L'Università "Suor Orsola Benincasa" dispone di una delle poche cattedre in Italia di Archeologia Pompeiana. La sua attività è stata potenziata dalla creazione del "Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani" istituito a Pompei nella frazione della Giuliana, a pochi km all'esterno di Porta Vesuvio. Tale Centro dispone del Fondo Bibliografico di Amedeo Maiuri, costituito da centinaia di libri, migliaia di estratti, onorificenze, medaglie, carteggi, foto e taccuini (di prossima pubblicazione).
scavi nella Casa di Marco Fabio Rufo e nella Villa Imperiale
di Mario Grimaldi
saggi stratigrafici nel giardino della Casa di Marco Fabio Rufo
Il complesso della Casa di Marco Fabio Rufo rappresenta uno degli esempi più
insigni nel panorama architettonico di Pompei. Disposta su quattro livelli
digradanti verso il mare, la casa si propone come l'esempio della villa in
città, con giardini centrali per ogni livello abitativo. 1
Il giardino, di complessivi mq 1.581, è situato ad ovest della casa, a ridosso
delle mura urbane, realizzate in opera quadrata in calcare del Sarno.
L'area appare delimitata da muri differenti per momenti e tecniche di
realizzazione.
Il lato nord è costituito nel tratto ovest da un muro in opera incerta, in
scaglie di lava, mentre nel tratto est è visibile un bell'esempio di opera
reticolata in tufo giallo napoletano. In questo tratto è presente l'attacco per
l'imposta di una volta a botte, non rinvenuta nei primi scavi degli anni '60 e
'70, ad opera rispettivamente del Maiuri e della Cerulli Irelli.
2 Il lato est è
delimitato da un muro di rivestimento in opera reticolata, in tufo giallo,
scandito da tre nicchie rettangolari poste a m 18,5 l'una dall'altra. Anche su
questo lato, sia nell'angolo a nord che in quello a sud, sono visibili gli
attacchi per l'imposta di una volta conservatasi per intero solo a sud. Il lato
sud è chiuso da un muro in opera reticolata di tufo giallo napoletano mal
conservato nel tratto ovest. Il giardino è poi delimitato ad ovest da un muro in
opera incerta, in scaglie di tufo, con orientamento nord - sud.
Come attività preliminari allo scavo si sono avviate indagini geoelettriche con
il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università "Federico II" di Napoli.
3
Nel corso delle tre campagne di scavo sin qui condotte sono stati aperti 5 saggi
di scavo posizionati nell'area del giardino secondo quanto riportato in pianta.
interpretazione preliminare dei dati
Dallo studio dei dati sin qui raccolti è stato possibile definire preliminarmente i seguenti periodi di utilizzo dell'area.
fortificazione
Nell'area è visibile un lungo tratto delle mura in opera quadrata di calcare
del Sarno databili alla prima fase sannitica tra IV e III secolo a.C.,
conservate per 10 filari nel punto di massima visibilità (altri 5 filari in
basso si vedono all'interno dello stipite delle edicole). 4 Osservando la loro
disposizione è possibile notare come questa sia nel centro il risultato di due
differenti "cantieri" che in questo punto andavano a incontrarsi.
L'andamento dei filari da nord a sud dipende anche da un dislivello della
fondazione dovuto ad una diversa morfologia, così come evidenziato
nell'approfondimento condotto a nord del SG 3D e a sud nel SG 2.
Le mura infatti appaiono fondate direttamente entro il banco naturale di origine
vulcanica, intercettato nell'approfondimento del SG 3D ad una quota di m 22,26
slm.
Il nono filare, partendo dal piano superiore, mostra scalpellature effettuate in
antico per una maggiore adesione della volta nel braccio est del portico.
Nel tratto centrale al di sopra dell'edicola 2, all'altezza del decimo filare,
appaiono i segni della messa in opera della piattabanda in opera vittata di tufo
della copertura del portico.
Sulle mura sono visibili degli incavi per accogliere dei tubuli circolari in
terracotta, utili al deflusso delle acque dal giardino pensile, viridarium (56),
del II livello della casa.
Un altro tratto di mura è visibile sul lato orientale dell'ambiente (84), e
continua verso sud, al di là del muro di fondo, nella proprietà della Casa di
Maio Castricio (Ins. Occ. Reg. VII, 16,17). 5
l'area a giardino
L'area del giardino appare delimitata, a nord ad ovest e a sud, da muri in
opera incerta con scaglie di lava, che segnavano i limiti di proprietà fra la
Casa di Marco Fabio Rufo e i giardini della Casa del Bracciale d'Oro (a nord) e
delle case di Ma. Castricio e Umbricio Scauro (a sud) durante l'ultima fase
abitativa ovvero quella precedente l'eruzione del 79 d.C. 6
Dai dati emersi durante la campagna di scavo del 2005 nel SG 4 si è portata alla
luce la continuazione del transetto sud del portico ben oltre i limiti
dell'area. Infatti l'USM 6 copre l'USM 22 (appartenente al portico) che continua
il suo andamento verso ovest. Ciò comproverebbe un'estensione del giardino,
durante la fase di vita del portico in reticolato di tufo giallo, maggiore
rispetto a quella immediatamente prima dell'eruzione.
L'intera area infatti, subì un restringimento planimetrico sul lato ovest
conseguente anche alla nuova destinazione d'uso come hortus produttivo della
casa. Furono così rasate le strutture non più utilizzabili del portico e avviati
i lavori di innalzamento del livello di calpestio con l'apporto di grandi
quantità di materiale da risulta, dai lavori di restauro eseguiti all'interno
della casa. All'interno di questo strato, US 3009, sono stati rinvenuti grandi
quantità di materiali appartenenti alle precedenti fasi decorative della dimora.
Un esempio degno di nota è il rinvenimento di alcuni grandi lacerti di
pavimentazione in opus tessellatum di II stile appartenenti ad ambienti dei
piani superiori. Di questi appaiono degni di nota gli RP 137, 147 e 150,
riferibili a due pavimenti di età tardo repubblicana con tappeto a meandri (RP
147, 150) e cubi prospettici. Ciò che appare particolarmente interessante notare
è l'esistenza di una sinopia di preparazione sia del disegno che del colore,
attraverso la realizzazione di un reticolo ortogonale regolare utile per un
disegno in scala e dalla presenza di tracce di colore diverse per spessore ad
indicare il quantitativo di tessere da impiegare per ogni singolo meandro da
realizzare. 7
Le indagini condotte nel SG 5 hanno rivelato una diversa sistemazione
dell'ingresso ovest della casa e del giardino con portico. Infatti l'accesso
avveniva, nel primo tratto verso est, mediante una rampa che, all'altezza
dell'ingresso del giardino, conduceva ad una serie di quattro gradini. Da
questi, attraverso un altro tratto di rampa, si giungeva allo scalone d'accesso,
agli ambienti della casa e al solarium sul portico.
portico in opus reticulatum
Dalle monete rinvenute si desume che, tra il 40 d.C. ed il 62 d.C., venne
avviata la costruzione di un portico in opera reticolata di tufo giallo; la
tecnica costruttiva infatti appare quella largamente utilizzata anche
all'interno della Casa di Marco Fabio Rufo negli ambienti del II livello (ad es.
oecus 62). 8
Il portico all'inizio appariva realizzato solo al livello inferiore, ma durante
gli scavi del 2005 sono apparsi nuovi elementi che hanno portato ad una
comprensione differente.
All'interno del SG 3 (settori A e D) si è rinvenuta in crollo un tratto della
volta (USM 3006) facente parte della copertura del portico e occupante quasi
centralmente, con andamento nord-sud, l'intera area dei saggi per circa m 10.
Tale crollo appare anche oltre i limiti dei settori di scavo sia a nord che a
sud.
Il portico, con il terremoto del 62 d.C., che ne causò il disuso e il successivo
crollo, appariva così completato in planimetria e coperto da una volta a botte
ribassata al di sopra della quale era un pavimento in cocciopesto di ottima
fattura, rinvenuto anch'esso in fase di crollo ed interpretabile quale solarium
dal confronto con quello della Villa Imperiale posto al di sopra dello xystus.
I risultati emersi dall'indagine nel SG 4 hanno portato ad una revisione della
planimetria e ad un ripensamento sull'estensione originaria del portico. Questo
infatti appare continuare al di sotto del successivo muro di recinzione ovest
del giardino, dando così la possibilità di ipotizzare un portico a quattro
bracci, secondo una tipologia accertata nell'area (Insula Occidentalis Casa VI,
17, 32-36) e nell'area suburbana occupata dalla ville di Diomede e dei Misteri.
Il muro a nord del portico, con direzione est-ovest, appare realizzato nel
tratto ovest in opera incerta con scaglie di lava ed è leggermente avanzato
verso sud rispetto al tratto est, dov'è realizzato in opera reticolata di tufo
giallo. Al centro del muro è presente l'accesso posto sulla stessa linea del
tratto est e raccordato al muro in opera incerta del tratto ovest mediante un
ricorso di blocchetti di tufo.
In questo tratto nuovi dati sono stati apportati dall'indagine condotta nel SG
5, che ha documentato livelli differenti di frequentazione rappresentati dai
piani relativi all'utilizzo del portico. Questi, infatti, costituiscono le prime
tracce di strutture murarie precedenti la costruzione del portico e riutilizzate
per la sua realizzazione. Tali strutture si riferiscono ad un probabile sistema
di smaltimento idrico precedente al portico, riconosciuto anche nel SG 3 con il
rinvenimento di cisterne.
Il muro perimetrale est del portico infatti, nelle sue fasi di realizzazione e
riuso, è stato oggetto dell'indagine condotta nel SG 3 nei settori A e D. Esso
appare infatti realizzato da un lato secondo un sapiente riutilizzo di strutture
preesistenti e dall'altro di livellamenti del banco naturale piroclastico. L'opus
reticulatum infatti si imposta (SG 3A-B-D) sulla rasatura di strutture murarie
precedenti.
Il muro sud presenta le medesime caratteristiche di quello nord. Infatti
entrambi, a differenza del muro est, presentano una fondazione a sacco con
risega al di sopra della quale comincia l'alzato del muro in opera reticolata.
All'interno il portico presenta un esteso rivestimento di intonaco grezzo, dalla
volta sino all'imposta del piano pavimentale, dove restano tracce dell'uso della
cordicella per gli allineamenti ma che non fu mai decorato dal pictor
imaginarius. Risulta invece assente la preparazione pavimentale per i piani di
frequentazione.
L'area esterna al portico è stata indagata nelle indagini condotte nel SG 3 B e
C. Ne sono emersi l'utilizzo dell'area con piani di lavorazione riferibili al
completamento dei lavori del portico e il rinvenimento di una fossa con
andamento nord - sud parallela alla precedente USM 3145 e in fase con la
realizzazione dell'USM 3110. Dallo svuotamento della fossa sono emerse quattro
olle forate relative ad una prima disposizione a giardino dell'area esterna al
portico. Per tali indagini si è instaurata una stretta collaborazione tra il
Laboratorio di Bioarcheologia della SAP e i Laboratorio di Scienze e Tecniche
applicate all'archeologia dell'USOB. 9
cisterne
L'indagine condotta nelle ultime campagne di scavo ha accertato l'esistenza
di strutture murarie precedenti alla costruzione del portico in tufo (SG 3
settori A, B e D). Tali strutture, UUSSMM 3121, 3120, 3114, 3115, 3140 (Tavv.
9-11 e 31, 32) e UUSSMM 3145, 3154 (Tavv. 19-22), realizzate in opera incerta
con blocchi di lava legati con malta e rivestiti internamente con cocciopesto
idraulico, si sono rilevate delle cisterne
Esse dipendono da un precedente utilizzo dell'area esterna alla Casa di Marco
Fabio Rufo in periodo tardo-repubblicano e di prima età augustea, cioè tra
l'ultimo quarto del I secolo a.C. e il primo decennio del I secolo d.C., stando
all'esame dei materiali rinvenuti nella loro fossa di fondazione, -US 3265.
Le strutture appartenevano alla casa precedente (quella di II-III stile) al
momento della ridistribuzione degli spazi e di rifacimento delle decorazioni,
momento caratterizzato dalla realizzazione di tutti gli ambienti in opus
reticulatum e del portico esterno. 10
Finora sono state messe in luce due vasche di raccolta delle acque, ognuna di m
3,30 x 3,00, comunicanti attraverso un varco nel transetto est-ovest e munite
nel tratto nord-ovest di un pozzetto di decantazione con relativo raccordo
idrico (USM 3140).
Le strutture furono rasate per la costruzione e l'imposta del nuovo portico.
conclusioni
Possiamo preliminarmente e sinteticamente ipotizzare quanto segue.
A. La dimora sovrastava le mura urbane già a partire dal I secolo a.C.
B. Dall'ultimo quarto del I secolo a.C. l'area esterna alla casa fu
utilizzata per la conservazione e/o lo smaltimento delle acque.
C. In seguito si decise di normalizzare l'area con la costruzione di un
portico a tre o quattro bracci che costituiva il primo livello scenografico
dell'abitazione (circa 40-62 d.C.) sul lato panoramico (ovest).
D. Con il terremoto del 62 d.C. l'ultimazione del portico si interruppe e, dopo una lunga pausa, i muri furono rasati e riutilizzati come fondazioni; tutta l'area fu colmata per più di un metro e ridotta di estensione con la costruzione di nuovi muri in opus incertum, ridestinandola così a coltivazione (hortus).
Le campagne di scavo sin ora condotte hanno fornito informazioni sull'utilizzo dell'area esterna della più grande abitazione di Pompei, contribuendo al quadro sull'urbanizzazione e lo sfruttamento del suburbio.
1 L'indagine archeologica coordinata dal Prof. Umberto Pappalardo e diretta sul
campo dal dott. Mario Grimaldi, nell'area del giardino della Casa di
Marco Fabio Rufo (Ins. Occ Regio VII, 16, 22), ha avuto sin dalla sua
progettazione lo scopo di comprendere le fasi abitative dell'edificio. La
ricerca condotta nell'area è frutto della convenzione stipulata tra la
Soprintendenza Archeologica di Pompei e l'Università degli Studi "Suor Orsola
Benincasa" di Napoli, si ringraziano con l'occasione offerta da questo convegno,
il Soprintendente Prof. Piero Giovanni Guzzo per il suo sostegno continuo e
unitariamente alla Dott.ssa Maria Paola Guidobaldi per l'invito rivoltoci a
partecipare a questo incontro. Sentiti ringraziamenti vanno anche al Direttore
degli Scavi Dott. Antonio D'Ambrosio per la sua partecipazione costante alla
ricerca. Grazie soprattutto al nostro Magnifico Rettore Prof. Francesco De
Sanctis per aver creduto in noi e al Prof. Umberto Pappalardo per la fiducia
accordataci. Un ringraziamento particolare va a tutti gli studenti dell'Ateneo
senza i quali non sarebbe stato possibile realizzare questi tre anni di intensi
e proficui sondaggi tra tutti e per tutti si ringraziano il Dott. Benedetto
Giacobbe, il Dott. Mario Notomista, la Dott.ssa Anna Lucignano, il Dott.
Alessandro Russo, la Dott.ssa Luana Pisano e la Dott.ssa Maria Luigia Fatibene.
Un grazie ancora ai colleghi Dott.ssa Rosaria Ciardiello e Dott. Ivan Varriale
per i preziosi suggerimenti offertici.
2 MAIURI 1960, pp. 166-179, CERULLI IRELLI 1981, pp. 22-33.
3 Le indagini sono state eseguite nell'area del saggio 3 nel 2005 e in tutta
l'area non indagata archeologicamente durante la campagna del 2006 dirette dal
Prof. Maurizio Fedi, dalla Prof.ssa Rosa Di Maio e dai loro collaboratori. I
dati emergenti da tale ricerca sono in corso di studio.
4 DE CARO 1985, pp. 74-114, COARELLI 2002, CASSETTA 2006, pp. 10-12.
5 Riguardo alla Casa di Maio Castricio, alle sue decorazioni e fasi abitative si
rimanda al testo di VARRIALE 2006, pp. 419-503.
6 Per uno studio sistematico delle case adiacenti la Casa di Marco Fabio Rufo si
vedano CIARDIELLO 2006, pp. 69-256, VARRIALE 2006, pp. 419-503, ESPOSITO 2006,
pp. 504-542.
7 Le misure dei frammenti pavimentali sono di cm 47x57x14,5 per RP 147, cm
56x50x13 per RP 137, cm 20x13x12,5 per RP 150.
8 Per la Casa di Marco Fabio Rufo, GRIMALDI 2006, pp. 257-418.
9 I materiali osseologici e malacologici sono oggetto di studio da parte del
Laboratorio di Scienze e Tecniche applicate all'archeologia del nostro Ateneo e
sono dirette sul campo dalla Dott.ssa Carla Pepe e dai suoi collaboratori Dott.
Alfredo Carannate e Dott. Salvatore Chilardi. A tale riguardo si ringrazia per
il prezioso contributo la Dott.ssa Annamaria Ciarallo anche e soprattutto per la
sua disponibilità costante.
10 GRIMALDI 2006, pp. 257-418.
ente di ricerca
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
ente finanziatore
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
direttore
Umberto Pappalardo - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
collaboratori
docente sul campo: dott. Mario Grimaldi
responsabili grafica e rilievi: dott.sse Giuseppina Tabacchini e Antonella Colucci
responsabili materiali: dott. Alessandro Russo, dott.ssa Luana Pisano, dott.ssa
Maria Luigia Fatibene
consulenti: dott.ssa Rosaria Ciardiello, dott. Ivan Varriale
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