Profilo scientifico di Elisa Frauenfelder
Elisa Frauenfelder, laureatasi in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", inizia a collaborare prima come assistente volontario e poi come assistente ordinario con la prof.ssa Cecilia Motzo Dentice di Accadia - gentiliana di formazione e punto di riferimento per la filosofia dell'educazione italiana degli anni Cinquanta -, la quale la avvia allo studio della storia del pensiero pedagogico. Questo interesse di natura storico-filosofica, che si lega anche alla questione dell'educazione al femminile, caratterizza i primi due decenni del lungo percorso di ricerca della Frauenfelder, che dà alle stampe alcuni studi pregiatissimi sull'opera di Albertina Necker de Sassure, di Leon Battista Alberti e dei fratelli Socino. Scritto minore, quest'ultimo, a cui, tuttavia, la Frauenfelder era così particolarmente legata al punto da citarlo, in ogni conversazione che aveva con i numerosi giovani ricercatori che le facevano visita da tutto il Paese, quale esempio di attività di ricerca derivante dallo studio meticoloso e intransigente delle fonti di archivio. È in questo senso che è possibile affermare che la Fraunfelder - divenuta poi Libero Docente di Storia della pedagogia, Professore Ordinario di Pedagogia generale e sociale, Direttore del Dipartimento di Scienze Relazionali dell'Ateneo federiciano - non ha mai abbandonato la ricerca storico-teorica anche quando i suoi interessi pedagogici si sono diretti in una direzione ben diversa.
Infatti, lo studio della storia del pensiero pedagogico, quale tassello del più grande quadro della storia della cultura di un'epoca o di un popolo, è da considerarsi imprescindibile per ogni sua riflessione sui processi formativi, sulle pratiche educative e sui metodi istruttivi. Ricordava, infatti, alle tre generazioni di pedagogisti napoletani che aveva formato con impegno quotidiano che era stato un tale studio a non consentirle mai di cadere nei tranelli del riduzionismo scientista e nelle cangianti mode intellettuali. Una testimonianza forte di un tale ancoraggio può essere ottenuta dalla lettura delle opere che la Frauenfelder dedica, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, ai processi di apprendimento e di insegnamento, facendo sua una metodologia di indagine di tipo interdisciplinare, quasi del tutto assente a quell'epoca nella pedagogia italiana, a cui si era formata, immediatamente dopo la laurea, presso la Scuola Estiva di Psicopedagogia per studenti stranieri diretta da Jean Piaget all'Università di Ginevra. Si interessa, dunque, con originalità, rigore scientifico e instancabile acribia alla decifrazione della relazione ineludibile tra i fattori genetici e i fattori ambientali che presiedono lo sviluppo del pensiero e dell'agire umano. Sono quelli, infatti, gli anni in cui fonda in Italia l'ambito di ricerca delle scienze bio-educative interconnettendo, prima, pedagogia e biologia e poi, nell'ultimo decennio del secolo scorso, pedagogia, scienze cognitive e neuroscienze.
Lo studio dei processi di apprendimento ha come conseguenza diretta la necessità di introdurre profonde innovazioni pedagogico-didattiche nei percorsi di formazione di base e nei percorsi di formazione universitaria. Ed è in tal senso che già a partire dagli anni Settanta la Frauenfelder trasforma la sua cattedra di Pedagogia in un luogo di sperimentazione viva fondato, da un lato, sulla collaborazione tra i suoi assistenti e gli studenti dei suoi affollatissimi corsi e, da un altro lato, sulla sinergia reticolare tra la ricerca scientifica di stampo accademico e le realtà educative del territorio, scolastiche ed extra-scolastiche. In particolare, la formazione dei docenti di ogni ordine e grado alle questioni del sostegno dei processi di apprendimento, in specie degli alunni con bisogni educativi speciali, e della gestione della relazione educativa è stata, infatti, la finalità che ha illuminato tutto il lavoro 'maturo' della Frauenfelder, soprattutto il lavoro svolto da Professore Straordinario presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Incalcolabile, infatti, è il numero di maestri della scuola dell'infanzia e della scuola primaria così come il numero di professori della scuola secondaria di I e II grado che hanno avuto la fortuna di incontrarla, di seguire le sue lezioni e di poter lavorare sotto la sua instancabile guida a percorsi di trasformazione delle strategie di insegnamento.
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