Dipartimento di
Scienze umanistiche

Corso di laurea magistrale a ciclo unico in
Conservazione e restauro dei beni culturali
(titolo di laurea abilitante alla professione di Restauratore, ai sensi del DM n. 87/2009)

Laboratori

Il Laboratorio di Restauro delle Opere in Legno, tra formazione e ricerca

Responsabile scientifico: prof. Giancarlo Fatigati

Il Laboratorio di Restauro delle Opere e dei Manufatti in Legno è una struttura attiva dal 2002 all'interno dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, progettata e realizzata per la formazione e la ricerca sul campo. Con gli altri laboratori specializzati su materiali e opere diversificati (tele, metalli preziosi, lapidei, diagnostica, etc.) è parte integrante del "Corso interfacoltà di laurea magistrale in restauro dei bb.cc". Il carattere didattico-scientifico delle numerose iniziative intraprese e dei lavori portati a termine o in via di esecuzione è uno degli elementi fondanti del progetto formativo in cui il laboratorio è inserito. I restauri e le ricerche costituiscono in questa ottica il necessario campo di applicazione su cui vengono impegnati, gradualmente, gli studenti nel corso della loro formazione. Le operazioni sono eseguite dal personale specializzato interno al laboratorio con una significativa partecipazione degli allievi, attivi in tutte le fasi del restauro, dalla progettazione, con le analisi scientifiche, storiche, documentarie, all'impostazione metodologica e la messa in campo delle fasi operative.

Il laboratorio non ha trascurato le collaborazioni scientifiche con altri enti, lavorando sulla base di protocolli di più ampio raggio, stipulati tra l'Università Suor Orsola Benincasa e varie istituzioni, nazionali e internazionali.


Fig. 1

Tra i numerosi progetti portati a termine vanno enumerate le due collaborazioni con la società 'Si-Re-Na città storica'; per la progettazione del restauro di alcune strutture lignee di edifici storici a Tianjin, in Cina (fig. 1)1, e la progettazione per il restauro delle volte e dei soffitti in legno delle sale più rappresentative del Museo del Bardo, a Tunisi. In questo ultimo caso il lavoro è stato preceduto da una fase preliminare di studio, confinata alla sala della musica (sala Althiburos) del Bardo, eseguita per conto del CEM (fig. 2)2.


Fig. 2


Fig. 3

In Italia, tra i progetti portati a termine è da segnalare un "corso di istruzione e formazione tecnica superiore" (IFTS) finanziato dalla Regione Campania per "Operatori al restauro delle imbarcazioni storiche in legno", che ha portato alla formazione di quindici giovani maestri d'ascia, in parte impiegati, e al restauro/ripristino di due imbarcazioni storiche in legno: il Galeone di Amalfi e Odysseus3.

Con la ex "Soprintendenza archeologica di Napoli e Provincia", a partire oramai dal 2006, sono stati portati a termine numerosi progetti, fino a giungere al periodo attuale in cui la collaborazione si è travasata nel MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) puntando in particolar modo sulla messa in sicurezza e i restauri di una serie di sarcofagi lignei della Collezione Egizia (fig. 3).

Con la ex "Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Salerno e Avellino" il 'laboratorio legno' ha lavorato ad uno studio analitico sul coro dei Padri della Chiesa della Certosa di Padula, un importante coro ligneo intarsiato del primo decennio del XVI secolo4 (fig. 4).

La collaborazione con la ex "Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli e Provincia" ha consentito al laboratorio di restaurare alcuni importanti arredi francesi degli inizi del XIX secolo, già appartenuti a Gioacchino Murat e ora nelle collezioni storiche del Palazzo Reale di Napoli5 (fig. 5).

Oltre alla numerosissima serie di opere mobili restaurate all'interno del Laboratorio, sculture lignee e dipinti su tavola in modo particolare, il laboratorio è inoltre attivo in diversi settori del vasto panorama della manifattura artistica in legno, dalle cornici agli altari, tarsie lignee e intagli, dossali antepedia, altaroli, tabernacoli, giungendo a sconfinamenti sulle armi, le carrozze e persino gli strumenti musicali, affidandosi di volta in volta, nel caso, a specialisti dei vari settori.


Fig. 4


Fig. 5

1 Tianjin, il quartiere italiano. Architettura e restauro tra storia e memoria, Pechino 2006.
2 Centro Interistituzionale Euromediterraneo, si veda a questo proposito G. COPPOLA, a cura di, Progetto di diagnostica e restauro al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, Napoli 2008.
3 Per una bibliografia di riferimento si veda M. CORSICO, Guida pratica per la costruzione di barche, Roma 1949; O. CURTI, Il grande libro dei modelli navali, Milano 1989; B. M. KREUTZ, Mediterranean Contributions to the Medieval Mariner's Compas, in 'Technology and Culture', 1973, n° 14 (3: July), pp. 367-383; A. LORIOLI, All'alba della marineria: le Triremi, in 'Panoplia' n° 4, ottobre-dicembre 1990; ERODOTO, Istoriai, trad. it. di Augusta Mattioli, Milano 1958, pp. 130-132; S. CALZATI, Il linguaggio della costruzione navale, antico e attuale, in 'Antiche civiltà mediterranee tra storia e archeologia', Roma 2008; B. CROCHET, Navi di tutti i tempi, Bologna 1991; G. ALBERTIN, Disciplina navale e sua tecnologia, Politecnico di Torino, vol. 2, Torino 2004.
4 G. FATIGATI, I cori intarsiati della certosa di Padula, in Bollettino per la Soprintendenza per i BAPPSAE di Salerno e Avellino, Paparo edizioni, Napoli 2007, pp. 215-216; C. RESTAINO, Tarsie rinascimentali della Certosa di Padula. Percorsi iconologici e indagini tecniche, ivi, pp. 213-214; G. FATIGATI, Il coro dei Padri di Padula. Avvio alla conoscenza del manufatto, per la sua analisi tecnica e conservativa, in Annali dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli 2010, pp. 361-424; C. RESTAINO, Le tarsie lignee della certosa di Padula. Rapporti tra immagini e testi nel coro dei Padri, ivi, pp. 261-360. Due le tesi di laurea triennale realizzate, ad opera di Angela Masturzo, che ha scovato tra l'altro un importante documento presso l'archivio del Genio Civile di Roma, e Giampiero Fortunato, che ha eseguito una catalogazione di tutti i toppi presenti nel coro dei padri, ricostruendone alcuni
5 Il restauro eseguito e la sua progettazione sono documentati dal lavoro di Ilaria Improta; il cantiere di restauro è stato diretto dal compianto Salvatore Borrelli. Un ringraziamento particolare va rivolto alla dott.ssa Gina Ascione che ha seguito i lavori.

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