La principessa di Strongoli, Adelaide Del Balzo Pignatelli, giunta nel 1891 come Ispettrice onoraria e divenuta in seguito Governatrice unica, dedicò all'Istituzione tutte le sue energie per portare avanti un importante ed innovativo progetto educativo che provvedesse all'istruzione femminile dalla scuola materna all'Istituto Superiore di Magistero (oggi Università), senza tralasciare l'istruzione professionale e tecnica.
Richiamandosi alla vocazione pratica sperimentale della scienza dell'epoca, convinta che "le scienze dovevano non solo ampliare gli orizzonti delle conoscenze, ma avere ripercussioni vantaggiose e tangibili sui molteplici rapporti della vita reale" e che le stesse "costituissero un'utile propedeutica per gli studi letterari e filosofici", inserì, nel primo biennio del Magistero, un piano di studi scientifico che comprendeva fisica, matematica, chimica, igiene, botanica e zoologia, vagheggiando la possibilità di poter aprire un corso di Magistero Superiore per l'insegnamento di Matematica e Scienze Naturali.
Spese, perciò, ingenti somme per attrezzare i laboratori di quanto fosse necessario ad istruire adeguatamente le allieve dei corsi professionali e tecnici, del corso di Magistero Superiore a carattere scientifico (ottenuto per un solo anno nel 1919), del corso di Magistero Industriale. Con l'aiuto di M. A. Pagliara, giovane ed appassionata studiosa di moderne problematiche pedagogiche, che fu sempre al suo fianco, divenendo Direttrice delle Scuole e del Magistero, riuscì a proiettare l'Istituto verso mete capaci di valicare i confini italiani, adeguandolo, nei metodi didattici, alle più importanti istituzioni europee.
Seguendo i consigli dei più qualificati docenti ed esperti dell'epoca (G. Mercalli, C. Mollo, F. Bassani, F. De Franciscis, F. Cavara, M. Bakunin, R. Marcolongo, A. Dohrn) ampliò le collezioni scientifiche con macchine, modelli, reperti naturalistici, materiale didattico, pubblicazioni e libri che ancora oggi arricchiscono le dotazioni scientifico-didattiche di questo laboratorio.
Il gabinetto di fisica, in particolare, per la sua completezza e varietà, forma una raccolta unica nel suo genere ed è la testimonianza più significativa delle collezioni dell'Istituto. Comprende apparecchi e modelli costruiti dalle più note officine europee e napoletane (S. Gargiulo, D. de Palma), che documentano la storia della didattica e della ricerca sperimentale nel XIX e nella prima parte del XX secolo. Completamente restaurati ed in gran parte funzionanti, questi oggetti sono conservati, per lo più nei locali originari e nell'allestimento tipico dei grandi laboratori ottocenteschi.
Così, insieme alle collezioni naturalistiche, paleontologiche, geo-mineralogiche, ai cui reperti è stata lasciata la nomenclatura di acquisizione per non snaturare il significato storico del laboratorio stesso, ai banconi piastrellati e costruiti in economia per un gabinetto di chimica fortemente voluto e condotto magistralmente dai professori M. Bakunin e A. Oglialoro, alla vetreria ridotta purtroppo a causa della sua stessa fragilità, agli strumenti chimici superstiti, è stato restituito alla fruizione degli allievi delle Scuole e dell'Università un piccolo tesoro, il cui recupero e la cui tutela sono finalizzati non solo allo studio della conservazione del patrimonio tecnico-scientifico ma anche alla comprensione dell'evoluzione della didattica scientifica nel tempo.
È possibile visitare questa struttura con prenotazione inviando una mail a questo indirizzo
Per informazioni rivolgersi alla dott.ssa Raffaella Improta (tel. 081.2522288)
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