La Campania fanalino di coda in Italia per trapianti di organi
L'allarme lanciato dal Sabato delle Idee nel corso di Futuro Remoto con un incontro che ha illustrato le nuove frontiere della ricerca tecnologica per la Medicina 4.0
L'esempio del Suor Orsola sulla comunicazione multimediale al servizio della salute in un progetto sulla prevenzione oncologica
Terz'ultimo posto in Italia nel rapporto tra abitanti e donazioni di organi e uno sconfortante 13% in meno rispetto alla media nazionale per il consenso espresso dai cittadini alla donazione degli organi. È la fotografia della scarsa 'cultura' della Campania sul tema della donazione degli organi emersa nel corso dell'ultimo incontro de "Il Sabato delle Idee", il pensatoio napoletano, fondato dallo scienziato Marco Salvatore, che da dieci anni mette in rete alcune delle migliori eccellenze scientifiche, accademiche e culturali del Mezzogiorno.
Dati illustrati da Patrizia Murino del Centro regionale Trapianti nel corso di una riflessione sulla "Medicina 4.0" che "Il Sabato delle Idee" ha promosso nell'ambito della 33esima edizione di Futuro Remoto a Città della Scienza mettendo allo stesso tavolo docenti, esperti e ricercatori provenienti dalle principali realtà italiane del settore, dallo Human Technopole di Milano all'Università Campus Bio-Medico di Roma, dal CNR, con il presidente Massimo Inguscio ad aprire il dibattito alla DIGITA Academy dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.
"Quello della Campania nel settore della donazione degli organi è un gap soprattutto di conoscenza e di consapevolezza" ha spiegato Patrizia Murino illustrando anche la complessa normativa nazionale sul tema del consenso alla donazione degli organi. Un deficit di conoscenza sul quale "Il Sabato delle Idee" si è assunto l'impegno di iniziare lavorare attraverso la sua rete di azione.
Buone notizie sono invece arrivate dalle nuove frontiere della Medicina 4.0. Sull'asse accademico Napoli-Roma è già attivo un importante progetto di ricerca realizzato dal Laboratorio di Sistemi di elaborazione e bioinformatica dell'Università Campus Bio-Medico di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle tecnologie dell'informazione dell'Università di Napoli Federico II per lo sviluppo di nuovi sistemi in grado di classificare immagini di Immunofluorescenza Indiretta, una metodica utilizzata per cercare e identificare anticorpi anti-nucleo (ANA) nel siero del paziente per contribuire ad una diagnosi sempre più precisa di malattie autoimmuni. Dalla artrite reumatoide alla Sindrome di Sjögren ci sono molte malattie autoimmuni per le quali la "Medicina 4.0" può già dare risposte diagnostiche e terapeutiche più precise.
Un progetto di ricerca che, come ha evidenziato Marco Salvatore, direttore scientifico dell'IRCCS SDN e fondatore del Sabato delle Idee, "ci dimostra le grandi potenzialità dell'intelligenza artificiale e della robotica in campo diagnostico e terapeutico, rivoluzionarie sia in termini di "personalizzazione" dell'assistenza che di precisione diagnostico-terapeutica". Potenzialità diagnostiche e terapeutiche che come ha spiegato il presidente del CNR, Massimo Inguscio, "sono molto utili anche per garantire una migliore qualità della vita in un territorio come l'Italia che vede la longevità in continuo aumento tanto da essere diventato assieme al Giappone il Paese con la più alta aspettativa di vita al mondo".
La grande rivoluzione tecnologica applicata alla medicina non deve però dimenticare il punto di vista umano dei malati come ha voluto precisare Lucio d'Alessandro, Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa, sede di nuovi percorsi di alta formazione nei quali la secolare tradizione pedagogica dell'Ateneo si fonde con il moderno management del settore sanitario. "Le nuove tecnologie sono molto importanti non solo per la cura del paziente ma anche per la sfruttare i nuovi sistemi di comunicazione per la prevenzione, uno dei punti fondamentali per la salute pubblica", ha evidenziato d'Alessandro ricordando il lavoro di comunicazione multimediale dell'Università Suor Orsola Benincasa al servizio della prevenzione oncologica nel progetto di ricerca e comunicazione con l'ASL Napoli 2 Nord. Un lavoro di comunicazione che potrebbe risultare molto utile sul tema della donazione di organi.
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