Università degli Studî Suor Orsola Benincasa Napoli
Università degli Studî di Napoli Federico II
University of Oxford
Comune di Pollena Trocchia
Domani a Oslo il prestigioso riconoscimento dell'European Association of Archaeologists ai protagonisti dell'Apolline Project
La European Association of Archaeologists, la più grande associazione europea degli archeologi, conferirà domani ad Oslo, durante la seduta plenaria del 17° Convegno Internazionale, l'Heritage Prize al Sindaco di Pollena Trocchia Francesco Pinto ed all'archeologo Girolamo F. De Simone, direttore dell'Apolline Project, il progetto di ricerca multidisciplinare avviato nel 2004 grazie ad un accordo tra il Comune di Pollena Trocchia, l'Università degli Studî Suor Orsola Benincasa di Napoli e la Brigham Young University con l'obiettivo di studiare il versante settentrionale del Vesuvio ed in modo più ampio gli antichi territori di Neapolis e Nola.
Il premio viene assegnato ogni anno "all'individuo o istituzione per il contributo straordinario mostrato nel proteggere e divulgare i Beni Archeologici in Europa".
"Il conferimento di un premio così prestigioso - evidenzia Antonio De Simone, referente dell'Apolline Project per l'Università degli Studî Suor Orsola Benincasa Napoli - corona un percorso di ricerca ricco e fecondo, iniziato circa dieci anni fa con l'obiettivo di recuperare alla conoscenza della storia antica il lato settentrionale del Vesuvio. Il cammino è segnato dalla presenza di testimonianze archeologiche imponenti e straordinarie che superano di molto le speranze che ci accompagnavano alla partenza. Le scoperte archeologiche hanno coinvolto nella partecipazione e nell'interesse le comunità locali e hanno contribuito al miglioramento dell'ambiente e alla riqualificazione del paesaggio. Per il conseguimento di tali risultati l'Università Suor Orsola ha fatto la sua parte, ma il merito va riconosciuto soprattutto al lavoro appassionato degli studenti e dei giovani studiosi. Ad essi è giusto attribuire il riconoscimento di un premio che dona a noi tutti orgoglio e gioia".
Contrariamente alla prassi consueta, il premio quest'anno non è stato assegnato ad un professore universitario come riconoscimento di una lunga carriera, bensì ai due giovani trentenni, che insieme stanno cambiando il volto del piccolo Comune sul versante nord del Vesuvio. In particolare viene riconosciuto l'eccezionale sforzo posto nel recupero, scavo e restauro di una villa romana con terme, che fu parzialmente distrutta al momento della scoperta, nel febbraio del 1988, poi venne coperta da rifiuti illegalmente sversati, e fu poi dimenticata. Grazie però all'opera congiunta del Comune di Pollena Trocchia e degli studiosi di varie università italiane ed internazionali l'area è stata ora interamente recuperata ed il cantiere di scavo è diventato uno dei più importanti dell'area vesuviana in ambito internazionale, come dimostra questo prestigioso premio internazionale.
Il premio conferito dall'Associazione Europea degli Archeologi - sottolinea Girolamo F. De Simone, archeologo della University of Oxford e direttore dell'Apolline Project - celebra la triplice innovazione portata dall'Apolline Project alla ricerca archeologica in area vesuviana. In primo luogo viene premiata la novità archeologica costituita dalla ricerca sul versante settentrionale del Vesuvio, in un periodo in cui si parla - ancora troppo - dei più noti centri di Pompei ed Ercolano. In secondo luogo si premia la capacità di bonificare un sito archeologico, deturpato dai rifiuti e divenuto centro di una discarica abusiva, che viene ora ridato alla comunità cittadina come motore culturale. In ultimo si riconosce la bontà della collaborazione fra Università ed enti locali come soluzione dei problemi di scavo, restauro, recupero ambientale, rapporto con la popolazione locale. Speriamo che questo approccio possa essere di stimolo per la ricerca di soluzioni innovative per siti più grandi e complessi, come quello di Pompei, in cui il dialogo fra enti di ricerca ed enti locali è ancora difficile".
Gli scavi archeologici a Pollena Trocchia
Nel mese di Agosto si è conclusa con successo la sesta campagna di scavo della villa romana con terme di Pollena Trocchia, in località Masseria De Carolis.
Per cinque settimane, 77 studenti provenienti da numerosi paesi del mondo fra i quali Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, Polonia, hanno riportato alla luce frammenti del nostro passato: alcuni elementi decorativi in stucco, i pavimenti delle terme romane, il pozzo usato fino all'ultimo giorno prima dell'eruzione.
La scoperta più importante di quest'anno consiste nel rinvenimento di alcuni marchi di fabbrica sul pavimento degli ambienti termali. Questi marchi sono molto importanti, perché attraverso di essi è possibile datare la costruzione delle terme a solo alcuni anni dopo l'eruzione di Pompei del 79 d.C. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria nel mondo archeologico, perché finora si pensava che l'intero territorio vesuviano fosse rimasto disabitato per molte generazioni, almeno fino alla metà del II secolo d.C., prima che gli antichi romani decidessero di tornare ad abitarci.
La villa con terme di Pollena Trocchia fu scoperta nel febbraio del 1988 durante alcuni lavori edilizi. Allora con i mezzi meccanici si cercò di distruggere il sito, e tracce della benna meccanica sono ancora visibili sulle murature portate in luce; poi intervenne la Soprintendenza Archeologica, che bloccò lo scempio e pose una recinzione a protezione del sito. L'area venne però rapidamente abbandonata e divenne una discarica abusiva.
Circa 2500 metri cubi di rifiuti edili e di altra natura furono sversati sul sito ed affianco la strada che lo costeggia. Quando nel 2004 gli archeologi hanno cercato di ritrovare il sito dimenticato, hanno scoperto il danno ambientale e, grazie al supporto del Comune di Pollena Trocchia, hanno cominciato la bonifica dell'area. Lo scavo della villa romana di Pollena Trocchia è parte di un programma di ricerca e restauro più ampio, denominato Apolline Project, che vede coinvolti il Comune di Pollena Trocchia, il Suor Orsola Benincasa di Napoli, il Dipartimento di Scienze della Terra della Federico II e l'Università di Oxford. Obiettivo del progetto è lo studio dei territori antichi di Napoli e Nola.
L'Apolline Project
L'Apolline Project è un progetto di ricerca multidisciplinare che studia il versante settentrionale del Somma-Vesuvio ed in modo più ampio gli antichi territori di Neapolis e Nola.
Apolline è il nome di Pollena nei documenti del X secolo d.C. Il Comune di Pollena Trocchia è stato scelto come simbolo dell'intero versante settentrionale del Vesuvio.
L'Apolline Project è nato nel 2004 come accordo fra il Comune di Pollena Trocchia, l'Università degli Studî Suor Orsola Benincasa di Napoli e la Brigham Young University.
Negli anni il gruppo si è aperto ad ulteriori collaborazione ed al momento i soggetti più attivi sono il Comune di Pollena Trocchia, l'Università Suor Orsola Benincasa, l'Università Federico II di Napoli e l' Università di Oxford, sebbene numerosissimi siano gli studiosi appartenenti ad atenei italiani e stranieri che collaborano ai lavori del progetto.
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