Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
RAI Educational
I Forum della Scuola di Giornalismo
"1973. Napoli ai tempi del colera"
Presentazione del libro-inchiesta degli allievi della Scuola di Giornalismo "Suor Orsola Benincasa"
Giovedì 11 Giugno ore 16.30
Università Suor Orsola Benincasa
Sala Villani
Via Suor Orsola 10, Napoli
Giovedì 11 Giugno alle ore 16.30 presso la sala Villani dell'Università Suor Orsola Benincasa si svolgerà la presentazione del libro-inchiesta "1973. Napoli ai tempi del colera" (Edizioni Desk) realizzato dagli allievi della Scuola di giornalismo "Suor Orsola Benincasa" sotto la guida scientifica e giornalistica del loro direttore Paolo Mieli ed il coordinamento redazionale di Eugenio Capozzi, docente di Storia contemporanea all'Università Suor Orsola, e della giornalista Mirella Armiero del "Corriere del Mezzogiorno".
Dopo il saluto introduttivo di Francesco De Sanctis, Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa, prenderanno parte al dibattito Lucio d'Alessandro, preside della facoltà di Scienze della Formazione del Suor Orsola e condirettore con Paolo Mieli della Scuola di Giornalismo, Aldo Zappalà autore dell'omonimo documentario "Napoli ai tempi del colera" realizzato per "La Storia siamo noi", il direttore di Rai Educational Giovanni Minoli, il presidente del Banco di Napoli Enzo Giustino ed Antonio Ghirelli, una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano.
Sempre giovedì 11 Giugno alle ore 21 al Napoli Film Festival in occasione di una serata omaggio a Giovanni Minoli verranno proiettati i documentari "Napoli ai tempi del colera" e "Il cuore e l'acciaio" realizzati per "La Storia siamo Noi" da Aldo Zappalà con la collaborazione della Scuola di Giornalismo "Suor Orsola Benincasa".
Il libro-inchiesta "1973. Napoli ai tempi del colera" realizzato dagli studenti della Scuola di Giornalismo rappresenta un'analisi profonda non solo dell'epidemia, delle sue ragioni e delle sue conseguenze ma anche e soprattutto della Napoli ai tempi del colera; la città osservata dalle più varie angolazioni, nei diversi ambiti che la compongono, nelle sue persistenze e nei suoi mutamenti: prima, durante, dopo quel traumatico fenomeno, ed a partire da esso, adoperandolo come una cartina di tornasole ed uno strumento di interpretazione.
Innanzitutto, dunque, un tema strettamente medico e scientifico, ma naturalmente anch'esso dalle ricadute immediatamente pubbliche e politiche: la tipologia e le cause dell'epidemia, l'azione di contrasto e prevenzione, lo stato delle strutture sanitarie napoletane e nazionali di fronte all'emergenza. Molti fantasmi ormai familiari aleggiano in questo ambito: gli allevamenti di cozze nel golfo come primi indiziati del contagio, l'assoluta unicità del "caso" napoletano rispetto agli altri focolai epidemici, l'impreparazione e inadeguatezza del sistema ospedaliero-ambulatoriale cittadino.
In secondo luogo, i rapporti tra gli eventi dell'estate 1973 e l'evoluzione della vita politico-amministrativa. La storia politica di Napoli del secondo dopoguerra tende pericolosamente ad essere riassunta in pochi, consunti stereotipi: "familismo amorale", "mani sulla città", populismo, clientelismo.
Uno sguardo ravvicinato ai fatti di quell'estate permette, invece, di comprendere come l'epidemia del 1973 abbia rappresentato un significativo punto di passaggio tra diverse stagioni della dialettica politica in città, accelerando la maturazione di fenomeni nuovi: la transizione dal centro-sinistra allo "sdoganamento" della sinistra comunista come forza di governo, ma anche la presa di distanza della destra di origine neofascista e laurina dal ribellismo populista (a Napoli, per dire, non si verificò nulla di simile alla rivolta di Reggio Calabria) ed il "cambiamento di pelle" del mondo cattolico-democristiano verso quella che sarebbe stata la classe dirigente degli anni Ottanta.
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