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Il Suor Orsola protagonista di una grande scoperta archeologica

Dai lavori di scavo diretti da Antonio De Simone nel sito di Pollena Trocchia riemergono i resti di un bimbo di 1500 anni fa

 

Hanno dato subito un grande risultato i lavori di scavo che l'Università Suor Orsola Benincasa sta portando avanti da metà giugno nel cantiere archeologico di Pollena Trocchia nell'ambito del progetto "Porte Aperte nei cantieri archeologi di Ateneo" ideato e promosso dalla Facoltà di Lettere dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli in collaborazione con il Servizio di Orientamento e Tutorato di Ateneo.  

 

Il progetto di recupero del sito di Pollena Trocchia è partito nel 2004 e nel 2007 si è proceduto agli scavi che hanno consentito di portare alla luce gran parte della struttura.  

 

I lavori sono stati possibili grazie a un accordo siglato tra l'Università Suor Orsola Benincasa, il Comune di Pollena Trocchia, la Brigham Young University e, negli ultimi mesi, l'Università di Oxford.  

 

Direttore dei lavori è Antonio De Simone, docente di Storia dell'archittetura antica al Suor Orsola Benincasa. E' stato lui l'artefice dell'ultimo eccezionale ritrovamento: in un'anfora è stato ritrovato lo scheletro di un bambino di circa un anno. Una sepoltura risalente, molto probabilmente al quinto secolo dopo Cristo, di quelle riservate alle classi più povere dell'epoca come testimoniano l'involucro di scarso valore e la mancanza di qualsiasi arredo funebre.  

 

"E' questa - afferma Antonio De Simone, direttore del progetto di scavo e docente di Storia dell'architettura antica al Suor Orsola Benincasa - la terza sepoltura di questo tipo rinvenuta nell'area. In precedenza sono stati ritrovati i corpi di altri due bambini, un maschietto di 5 anni e un altro dal sesso non identificato di circa due anni. Solo nell'anfora contenente il corpo del bimbo più grande c'era una moneta".  

 

Quello di Pollena Trocchia è un sito archeologico che gode certamente di maggior fama all'estero piuttosto che in patria. I risultati del lavoro degli archeologi ha già fatto il giro del mondo, mentre in Italia ben poco si sa di ciò che è stato rinvenuto a pochi chilometri da realtà ben più famose come Pompei ed Ercolano.  

 

"Questo di Pollena, era un sito ricco alle origini - afferma De Simone - tanto che sono stati ritrovati preziosi mosaici del n secolo d. C., ma come il resto dell'Impero romano in Italia, ha conosciuto un lungo periodo di decadenza nei secoli successivi".  

 

"Sto seguendo da vicino l'affascinante lavoro degli archeologi.- ha dichiarato il sindaco di Pollena Trocchia Francesco Pinto - Quanto è stato fatto fino ad ora lo si deve soprattutto alla tenacia e alla competenza del professor De Simone che sin dall'inizio ha creduto nell'importanza di questo sito".  

 

"Gli scavi sono frutto della raggiunta sinergia tra le istituzioni. - ha detto ancora il sindaco - Alla luce anche dei ritrovamenti di questi anni, esso rappresenta una risorsa straordinaria per lo sviluppo sociale e culturale del nostro comune nonché di quelli limitrofi e stiamo lavorando per valorizzarlo adeguatamente".  

 

 

"A tal proposito,- ha spiegato Pinto - l'amministrazione metterà in campo tutti gli sforzi necessari per riqualificare le aree adiacenti al sito affinché le rovine siano visitabili quanto prima". "Sarà mia cura infine - ha concluso il sindaco di Pollena Trocchia - portarlo all'attenzione degli enti sovracomunali e governativi per raggiungere un intervento congiunto che porti a compimento nel più breve tempo possibile la campagna di scavi".  

 

 

 

 

 

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