Incontro pubblico al Suor Orsola per far nascere il Parco della Memoria per le vittime delle stragi naziste
Giovedì 2 Dicembre alle ore 11 l'Università Suor Orsola Benincasa ospiterà il primo incontro pubblico per la presentazione del progetto per la creazione in Campania di un Parco della Memoria per le vittime delle stragi naziste.
Nella Sala degli Angeli del Suor Orsola si riuniranno tutti i rappresentanti delle istituzioni, delle università e del mondo della cultura e della società civile che hanno aderita all'iniziativa.
Un Parco della Memoria in Campania perché gli alleati angloamericani sbarcarono sulle spiagge tra Paestum e Salerno alle 3:30 della notte del 9 settembre 1943, il giorno dopo la firma dell'armistizio, e da Salerno cominciarono a risalire la penisola lasciando sul terreno migliaia di vittime molte delle quali tumulate nel cimitero degli inglesi a Pontecagnano.
Un Parco della Memoria perché l'8 settembre del 1943 il campo di internamento di Campagna fu aperto dalla popolazione civile e i circa 250 ebrei detenuti poterono rifugiarsi ad Acerno, in montagna, prima dell'arrivo dei nazisti. Scampando così alle camere a gas di Auschwitz. L'arcivescovo Giuseppe Maria Palatucci, fece trasferire a Campagna, da Fiume, centinaia di ebrei destinati ai campi di sterminio polacchi e tedeschi. Nella città istriana il questore, Giovanni Palatucci, di Montella, in Irpinia, nipote dell'arcivescovo, salvò oltre cinquemila ebrei - tanti in più di quanti ne salvarono Oscar Schindler e Giorgio Perlasca - fornendo loro documenti falsi, molti dei quali rubati nel comune di Altavilla Silentina, nel salernitano (come ha rivelato il giornalista Nico Pirozzi). Il valoroso poliziotto fu scoperto dai nazifascisti, arrestato e spedito a Dachau dove morì.
Un Parco della Memoria perché Salerno è stata capitale d'Italia e ha ospitato il primo governo post fascista fino alla liberazione di Roma nel giugno 1944.
Un Parco della Memoria per le Quattro giornate di Napoli e i loro eroi, almeno 600 caduti tra la popolazione civile. E anche perché Napoli è stata la città più bombardata d'Italia e la sua disperata e coraggiosa popolazione ha visto celebrata la sua tragedia nella letteratura mondiale.
Un Parco della Memoria per la resistenza opposta a Scafati e Castellammare ai criminali nazisti, con decine di morti. E per gli eccidi di innocenti ad opera dei soldati tedeschi in ritirata sulla linea Gustav e a Monte Cassino: circa ottocento civili fucilati o ammazzati con un colpo alla nuca in diverse stragi ad Acerra (110 trucidati), Nola (13), Bellona (54), Conca della Campania (39), Caiazzo (22 vittime, di cui undici d'età compresa tra i 3 e 16 anni), Teverola (14 carabinieri), Orta di Atella (20) ma anche Mondragone, Sparanise, Marcianise, Calvi Risorta, Fratte di Salerno, Contursi per un totale di oltre 800 civili uccisi dalle rappresaglie tedesche.
Un Parco della Memoria perché a Mignano Monte Lungo (Caserta) il 27 settembre 1943 fu allestito il primo Raggruppamento motorizzato del nuovo esercito dell'Italia liberata, dopo la fuga del re e con le truppe allo sbando, al comando del generale Vincenzo Dapino che il 3 dicembre ebbe l'ordine dagli alleati di conquistare Monte Lungo. L'8 dicembre il Raggruppamento subì forti perdite (79 morti) e fu costretto a ripiegare ma il 16 dicembre gli italiani conquistarono il monte liberandolo dai nazisti e consentendo l'avanzata angloamericana. Nel 1951 a Mignano fu realizzato un sacrario che raccoglie le spoglie di 909 caduti (65 ignoti).
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