Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
Sessismo democratico
L'uso strumentale delle donne nel neoliberismo
Presentazione del libro a cura di Anna Simone
Giovedì 26 Aprile ore 11.30
Aula Capocelli
Università Suor Orsola Benincasa
C.so V. Emanuele 292, Napoli
Giovedì 26 Aprile alle ore 11.30 presso l'Aula Capocelli dell'Università Suor Orsola Benincasa si svolgerà la presentazione del volume "Sessismo democratico. L'uso strumentale delle donne nel neoliberismo".
L'incontro sarà introdotto da Lucio d'Alessandro, Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa e da Enrico Corbi, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione e sarà coordinato da Antonello Petrillo, docente di Sociologia generale all'Università Suor Orsola Benincasa.
Discuteranno dei temi del volume, insieme con la curatrice ed alcuni degli autori dei saggi, Mariavaleria del Tufo, Pro Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa, Maria D'Ambrosio, docente di Pedagogia generale e sociale all'Università Suor Orsola Benincasa , Vittoria Fiorelli, docente di Storia moderna all'Università Suor Orsola Benincasa , Mariella Pandolfi, docente di Antropologia culturale e sociale all'Università di Montréal ed Ernesto Paolozzi, docente di Storia della filosofia all'Università Suor Orsola Benincasa.
Presentazione del volume
Il testo curato da Anna Simone contiene saggi di Lorella Cedroni, Sara Fariello, Stefania Ferraro, Michela Fusaschi, Elisa Giomi, Marzia Mauriello, Rosa Parisi, Caterina Peroni, Leandro Sgueglia, Alessandra M. Straniero. La postfazione è di Antonello Petrillo.
Il libro entra subito nel vivo del tema con l'introduzione di Anna Simone, che dal principio individua il mancato riconoscimento nelle società attuali dei percorsi di soggettivazione femminile. Ma il volume non è poi soltanto una raccolta di saggi. Curatrice e autori dei singoli interventi che compongono il libro non si sono limitati, infatti, ad accostare interessi e campi disciplinari. A spingerli a "pensare insieme" è il desiderio stesso di innovare la ricerca in senso transdisciplinare e collettivo. A fronte di una abituale privatizzazione-individualizzazione-parcellizzazione del sapere, in "Sessismo democratico" viene, invece, privilegiata la dimensione della condivisone. Si tratta di un metodo che è anche un fine, nonché, un merito: fare del sapere un bene comune.
Nei vari contribuiti del volume si analizza da varie angolazioni il modo attraverso il quale le agenzie sociali e istituzionali, così come le diverse forme di organizzazione dei saperi e della comunicazione di massa, considerano e discutono delle donne. Sulle donne si organizzano master, corsi di formazione, campagne pubblicitarie e campagne antidiscriminazione. Delle donne si occupano il diritto, l'economia, la criminologia, la politologia, la comunicazione, il marketing etc. Eppure all'interno di queste pratiche e di questi discorsi la donna appare sempre come una "vittima", docile e subalterna, o al contrario come un'erinni dei giorni nostri "maschilizzata", aggressiva, violenta, spregiudicata.
L'inclusione delle donne nella vita pubblica, insomma, è l'ultima frontiera del politically correct, ma sicuramente si organizza a partire da forme di produzione dello stigma che trasformano la differenza stessa in mero "differenzialismo", ovvero in un potere in cui le stesse donne vengono "oggettivate" e, contemporaneamente, "de-soggettivate". Non si tratta, evidentemente, di sostituire il potenziale della differenza con la logica del ritorno all'eguaglianza, né tantomeno con la logica dell'emancipazionismo. Ciò che scompare da questo tipo di narrazioni, semmai, è proprio la complessità, nonché l'eccedenza, ovvero quel bisogno di non sganciare il corpo femminile dalla sua forma di vita, dalla singolarità della sua esperienza, che certo non può ridursi a mero "oggetto" del discorso pubblico o ad un "corpo sociale" identificabile attraverso le ripartizioni identitarie. Di qui la necessità di leggere il fenomeno paradossale del "sessismo democratico" nelle società neo-liberali.
Napoli, 26 Aprile 2012
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