Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
Fondazione SDN - Istituto di Ricerca Diagnostica e Nucleare
Accademia di Belle Arti di Napoli
Conservatorio di Musica San Pietro a Majella
Fondazione Idis - Città della Scienza
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Istituto Italiano per gli Studi Storici
Pan - Palazzo delle Arti di Napoli
Università degli Studi di Napoli Federico II
Il Sabato delle Idee
Napoli, sabato 28 novembre 2015
Accademia delle Belle Arti di Napoli, via S. Maria di Costantinopoli 107/A o via Bellini 36
Il binomio cultura-economia è stato considerato dall'ortodossia accademica con sospetto fino a qualche decennio fa. Giocavano a suo sfavore l'idea che il prezzo o il denaro rappresentassero uno svilimento della cultura oppure, tra i più avveduti, che il paradigma analitico della nuova disciplina fosse ancora scientificamente inadeguato. Quarant'anni di studi e ricerche sull'economia dell'arte e della cultura hanno ribaltato tale giudizio negativo accrescendo la conoscenza di un fenomeno, la cultura, assolutamente pervasivo di ogni attività umana. In questi anni si è dimostrato che esiste una connessione tra l'ambiente culturale in cui si manifestano le attività economiche e gli effetti economici stessi. Se l'economia si sviluppa in determinati contesti culturali, allo stesso tempo anche la cultura si trova all'interno di specifici sistemi economici e con strumenti economici può essere analizzata.
I principali temi di studio che hanno dominato la fase iniziale dell'economia della cultura (1966-1990) sono chiaramente connessi con la politica di conservazione e con la giustificazione dell'intervento dello Stato nell'ambito della sfera economica privata. La cosiddetta legge di Baumol o dei costi crescenti (W.J. Baumol, W.G. Bowen, Performing arts, 1966) ha rappresentato la base teorica per un crescente intervento pubblico nel campo dello spettacolo e dei beni culturali. Si avviarono le prime stime sul valore economico dei beni cultura e si affinò la tecnica della contingent valuation. Si comprese il valore dei diritti della proprietà intellettuale e le loro inadeguatezze nel settore dell'arte contemporanea e della pirateria commerciale.
Più recentemente, tuttavia, gli economisti della Cultura, recependo risultati che mostravano come uno dei "drivers" determinanti per lo sviluppo economico sia il "capitale umano" hanno cominciato ad interrogarsi sui fattori che causano e facilitano la "produzione" di Cultura. Il baricentro della ricerca si è così spostato sul mercato del lavoro artistico e le funzioni di produzione degli artisti e la formazione del capitale umano.
L'analisi e la definizione dei Distretti Culturali, nelle loro varie forme, ha posto l'avvento sul valore del Capitale Umano e della cooperazione nella produzione di Cultura.
Da qui l'estensione verso le industrie creative e la creatività in generale.
Cultura e creatività si combinano in modi diversi a seconda delle condizioni storiche dei vari Paesi, dando luogo a modelli in parte differenti. In alcuni dominano gli aspetti tecnologici e hanno un ruolo chiave le innovazioni tecniche, in altri prevalgono gli aspetti economici relativi allo sviluppo dei mercati e del business; in certi casi gli aspetti giuridici e l'applicazione e sviluppo del copyright, in altri gli aspetti culturali, i richiami alla tradizione e alla qualità sociale.
La cultura è una risorsa formidabile per promuovere lo sviluppo economico a livello locale. Si tratta normalmente di forme di sviluppo di qualità, fondato sulla sostenibilità della sua crescita. Non solo, ma anche di uno sviluppo rispettoso della diversità culturale e capace di attrarre forme di turismo culturale. Sviluppo economico, industrie culturali e creative e organizzazione industriale appaiono come importanti ambiti di applicazione dell'economia della cultura.
Il Libro bianco sulla creatività (MiBAC 2008) offre una stima del valore economico delle industrie culturali e creative. Se prendiamo in considerazione l'intera filiera produttiva, il macrosettore valeva nel 2004 il 9,33% del PIL italiano e impiegava più di 2,8 milioni di lavoratori.
"Negli ultimi trent'anni l'analisi economica della cultura ha accompagnato un processo internazionale di affermazione di nuovi beni e servizi scambiati su mercati molto diversi per caratteristiche e valore.
Grazie ai suoi progressi analitici oggi comprendiamo meglio come funzionano i mercati dell'arte, i musei, le gallerie, i teatri d'opera, i festival e i teatri di prosa. I contributi hanno rivelato meccanismi inattesi e logiche di mercato che hanno aiutato anche in pratica a elaborare politiche di governance e di gestione sempre più efficace.
L'attenzione alla produzione di cultura a sua volta ha aperto nuove vie di ricerca esplorando i meccanismi della creatività, dello sviluppo economico indotto dalle risorse culturali, delle preferenze individuali per la cultura e dell'accumulazione di cultura.
Paradossalmente più gli economisti hanno cercato una loro specificità più hanno dovuto avventurarsi in campi rischiosi, dove gli esperti erano altri; i cognitivisti e i neurobiologi per la creatività, i semiologi per la teoria dei beni simbolici, i valutatori per la stima della disponibilità a pagare per i beni pubblici culturali, gli storici per l'analisi dei mercati antichi, dei suq e dei bazar, i sociologi per svelare i processi di identificazione e i comportamenti di appartenenza, i giuristi per interpretare e regolare soprattutto l'emergere progressivo e incessante dei diritti della proprietà intellettuale, i designer per interpretare le nuove trasformazioni dei prodotti della cultura materiale."
Sabato 28 novembre 2015
ore 10,30
Saluti
Lucio d'Alessandro
Rettore dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Gaetano Manfredi
Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
Marco Salvatore
Fondatore de "Il Sabato delle Idee"
Introducono
Massimo Marrelli
Professore Emerito di Scienza delle Finanze
Università degli Studi di Napoli Federico II
Paolo Ricci
Presidente Accademia delle Belle Arti di Napoli
Coordina
Marco Pagano
Professore di Economia degli Intermediari Finanziari
Università degli Studi di Napoli Federico II
Intervengono
Enrico Eraldo Bertacchini
Ph.D Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Economia
Centro Studi Silvia Santagata, EBLA
Alessio D'Auria
Docente di Economia dei Beni Culturali
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Sebastiano Maffettone
Consigliere organizzazioni culturali - Regione Campania
Armando Massarenti
Responsabile del supplemento culturale «Il Sole 24 Ore Domenica»
Romilda Rizzo
Professore di Scienza delle Finanze
Università degli Studi di Catania
Si invitano i Sig.ri Partecipanti a visionare i poster dei progetti sul tema e a visitare la mostra "Le cattedrali dell'effimero. Viaggio bibliografico, iconografico e documentario attraverso le grandi esposizioni" a cura delle dott.sse B. Costantino e M. D'Agostino della Biblioteca "Anna Caputi" dell'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Iscrizione gratuita: https://economiadellaculturanapoli.eventbrite.it
Organizzazione e Comunicazione
Roberto Conte
tel./fax 081.2522.347 mobile 380.7123104 e-mail
Segreteria organizzativa
Marina Morra
tel. 081.1914.3866 e-mail
Sito web: www.ilsabatodelleidee.it
Facebook: /ilsabatodelleidee
Twitter: @sabatodelleidee
Napoli, 21 novembre - 11 dicembre 2024
L'oro di Napoli. Dal cinema alla fiction una città che fa scuola sul piccolo e sul grande schermo
Ciclo di incontri cinetelevisivi
Napoli, 12 dicembre 2024 - 24 aprile 2025
I figurini teatrali della Collezione Pagliara
Mostra a cura di Francesca De Ruvo e Alessandra Monica Mazzaro
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