Università degli Studî Suor Orsola Benincasa
Napoli, 27 novembre 2008 - 30 gennaio 2009
Sala Villani, via Suor Orsola 10
Valentissima nelle incisioni e pressoché sconosciuta; disegnatrice di mano sicura e capace, in particolare da giovane, di escogitare invenzioni potenti e legittimate sul piano dello stile; pittrice diseguale e molto meno disciplinata, specie nel finale; attrice per gioco, capitata, non per sbaglio, nel film più importante del mondo e rivelatasi, qualche anno dopo, scrittrice torrenziale e ormai ineducabile; sempre indaffarata ad animare, con innegabili guizzi, le esistenze alcoliche e sciamannate degli amici romani, Anna Salvatore (1923 - 1978) ha finito per precipitare, come amano dire gli inglesi, below stairs (nel seminterrato della memoria). Perciò chi vada in cerca del polso della buona pittura miri a sfrondare gli sbracamenti di colore locale che ne cadenzano, come un castigo rinnovato, le tappe d'una vicenda slegata, e slogata fino alla dispersione, intralciandone la ricca e inservibile letteratura di sostegno: un ramo secco, ad altissima densità di nomi autorevoli (ma, spesso, a bassa frequenza critica).
S.C. - Paura del naturalismo
Cara Anna... del tuo lavoro io posso onestamente dire quanto di meglio ci leggo, cioè le tue intenzioni, il tuo carattere. Un carattere straordinario di vitalità e costanza, e per me particolarmente patetico perché un altro me ne ricorda, di una pittrice a me cara, sebbene morta da tre secoli: e che con te aveva comune almeno una qualità, una bravura, per così dire, oltraggiosa... Tu vuoi bene alla realtà, agli oggetti, alle persone, senza discuterli e con una festosità di appetito interiore che ti dà il diritto di appropriartene e di trattarli a modo tuo, magari di aggredirli...
Anna Banti
Ma davanti agli occhi, quando li apro la
mattina, e dal letto m'interrogo sulla luce che farà quel giorno, alla parete di
faccia è appeso un dipinto di Anna Salvatore che incanta, sgomenta.
Vi spicca dal sangue e dal fuoco una donna seduta, abbracciata alle sue
ginocchia, con il perfetto ovale del corpo affrenato nel contorno come da liane
delle profonde melme o come da affumicature e, qua e là, oltre il limite
carnale, dal ribrezzo per sbava di ceneri.
Giuseppe Ungaretti
È da segnalare subito il sentimento così umano e pieno della forma, il respiro che la figura ha nell'ambiente, la naturalezza della raffigurazione, la sua prepotente vitalità. Alcune di queste teste dai capelli sciolti in fili al vento, fanno pensare per la fermezza e l'espressività a Migliaro, a Gemito; una pittura profondamente popolare e italiana che si riallaccia alle migliori tradizioni meridionali.
Renato Guttuso
giovedì 27 novembre 2008
ore 17,00
Introduce
Francesco De Sanctis
Intervengono
Stefano Causa
Augusto Sainati
ore 18,00
Inaugurazione
La mostra rimarrà aperta dal 27 novembre
al 30 gennaio 2009
e osserverà il seguente orario: dal lunedì al sabato dalle
ore 10.00 alle 13.00;
il martedì e il venerdì anche dalle ore 15.00 alle 19.00
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