Alla Camera
Parole e propositi di Giorgia Meloni
"L'Italia è una barca ammaccata e piena di toppe. Ma la più bella del mondo, nonostante tutto".
Parole e propositi di Giorgia Meloni, molto emozionata e leggermente atona, in piedi di fronte all'aula di Montecitorio per illustrare alla Camera il suo programma.
Sottolinea di essere la prima donna presidente del Consiglio e ringrazia le statiste, sindacaliste, attiviste, imprenditrici, astronaute, scienziate, cittadine comuni che "permettono oggi a me di salire ed infrangere il solidissimo tetto di cristallo".
Poi, un'ora e un quarto di propositi, intenzioni, progetti e rivendicazioni.
Le sfide dell'economia
"Un ambiente economico dominato da oligarchi che fanno profitti seduti su enormi pozzi di petrolio non è giusto né sostenibile". Così, il governo Meloni si impegna a riequilibrare la bilancia della ricchezza, riformando il sistema fiscale in favore delle medie e piccole imprese. "Uno Stato "leggero", che non mette i bastoni tra le ruote a chi vuole fare", di berlusconiana memoria. E ancora: attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dei suoi investimenti, in continuità con l'Esecutivo di Mario Draghi.
Stato sociale e povertà
La maggioranza intende rivedere, aggiornare e modificare il reddito di cittadinanza, configurandolo come misura di sostegno solo per chi non può lavorare. Ed attuando, nel frattempo, una revisione al rialzo delle pensioni di invalidità e delle indennità previdenziali.
Le Minoranze prendono nota. E dai banchi M5S si leva qualche fischio.
Neutro e più cauto, invece, l'approccio ad un altro tema sensibile: diritti civili, aborto, natalità e genitorialità.
In un contesto di inverno demografico, Meloni promette misure economiche ed incentivi salariali. Senza richiamare, come aveva fatto in passato da leader dell'opposizione, la legge sull'aborto e altre sue opinioni divisive sui diritti civili. Come a dire: si vedrà.
Politica estera e immigrazione
"La nostra vocazione atlantica non è né sarà mai in discussione". E, mentre lo dice, è difficile non immaginare che il messaggio sia rivolto ai partner di coalizione non sempre altrettanto chiari e fermi. Meloni chiude in fretta la questione per affrontare un altro fronte caldissimo: l'immigrazione.
"Mai ostacoleremo il diritto di asilo di chi scappa da guerre e devastazione. Ma in un grande Paese non si entra illegalmente".
La ricetta governativa prevede blocco degli sbarchi irregolari, contrasto al traffico di esseri umani e impulso ai progetti di investimento e sviluppo economico per il Nord Africa finanziati in passato anche dall'Unione Europea; a cui l'Italia, primo tra i Paesi mediterranei, si propone di contribuire in modo massiccio.
Una navigazione difficile
"Sono consapevole delle difficoltà". Eppure, il programma che legge di fronte ai colleghi è un percorso di cinque anni che non rinuncia ad alcuni capisaldi. La riforma costituzionale in senso semi presidenziale, per esempio: "La faremo - dice la leader - aperti ad ogni soluzione. Ma non accetteremo chiusure pregiudiziali". Promette di fare chiarezza su milioni di mascherine anti Covid acquistate e mai giunte in Italia, che "hanno permesso ad alcuni di guadagnare economicamente mentre altri fronteggiavano coraggiosamente la malattia". Rivendica la decisione di cambiare il nome del ministero dell'Istruzione, aggiungendovi la parola Merito. Perché "è un omaggio a quegli studenti che non provengono da famiglie benestanti". Che la "nuova scuola" immaginata dai collaboratori della premier intende valorizzare, evidentemente.
Su tutto, l'ambizione naturale di chi l'ha preceduta: governare cinque anni e lasciare un'Italia diversa. "Per dovere, non per piacere", dice la presidente citando Giovanni Paolo II. "Anche a costo di scelte impopolari". "Anche a costo di non essere rieletta".
Stefano Ciccarelli
[25.10.2022 - 14:29]
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