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La recensione

Il documentario sulla storia
di mister Carletto Mazzone


Da due settimane sullo scaffale di Prime Video Come un padre, il documentario che ripercorre la storia di mister Carletto Mazzone, ha già conquistato la platea di Amazon.

Da un'idea del regista Alessio Di Cosimo nasce il ritratto dell'allenatore con il record di panchine in Serie A, ben 795. Ma prima ancora il ritratto dell'uomo definito dai narratori "il padre di tutti", appunto. Quali? Da Roberto Baggio a Francesco Totti, da Claudio Ranieri a Pep Guardiola, passando per i vari Hubner, Materazzi, Pirlo e Signori, ma non solo. Tutti i figli adottivi di Mazzone, insomma.

A tessere la tela tra una panchina e l'altra c'è il figlio di sangue, Massimo, insieme alla nipote Iole che tra una foto e una scatola di ricordi accompagna mano per mano nonno Carlo in questo viaggio di un'ora e diciotto minuti.

La trama

Siamo a Roma nel 1946, quando Carletto a soli nove anni, dopo la scuola, aiuta i genitori Edmondo e Iole nella loro officina. Il papà non sembra dare tanto risalto alle capacità calcistiche del figlio, che nel frattempo compie tutta la trafila nel settore giovanile della Roma. La mamma Iole, "la cosa più bella della mia vita" dirà Mazzone in un'intervista, al contrario capisce subito di avere partorito una stella che merita di brillare di luce propria. Nel 1961 arriva il primo snodo cruciale, il debutto in Serie A con la maglia della Roma, a insaputa del padre Edmondo. La consacrazione, però, arriva l'anno successivo con la maglia dell'Ascoli, tappa fondamentale per Carletto. Lì conoscerà il suo grande amore Maria Pia. Non dura molto la storia da calciatore. Nel 1968, infatti, durante un Ascoli-Sanbenedettese si procura la rottura della tibia. Infortunio che pone fine alla sua carriera giocata. E, proprio, dalla primavera dei marchigiani inizia la sua storia d'allenatore. Da lì arrivano le storiche promozioni sulla panchina della prima squadra dell'Ascoli, le salvezze ottenute con il Catanzaro e Cagliari. In mezzo le esperienze alla Fiorentina, Lecce e Perugia. Il sogno realizzato di allenare la sua Roma, il Brescia con Roberto Baggio e, infine, Livorno.

Chi era Carletto Mazzone?

Nel documentario emerge l'immagine di quell'omone alto 1 e 90, icona di un calcio che non esiste più. Con il suo accento romano bello fiero, Mazzone era capace di tenere alta la tensione ma, allo stesso tempo, sdrammatizzare nei momenti più difficili.

Dotato di una grandissima intelligenza calcistica, il martedì era in grado di prevedere cosa sarebbe potuto accadere alla domenica. Smentita - da chi lo ha avuto come mister - la figura del "catenacciaro", Mazzone si adattava in base all'avversario da affrontare.

Pragmatico e concreto nella consapevolezza di non poter trasmettere le fondamenta del pallone ai suoi calciatori, bensì le tattiche giuste per emergere. Un genio nel riconoscere e valorizzare i vari geni con i quali ha avuto a che fare.

Dicono di lui

Roberto Baggio: "Per lui mi sarei buttato nel fuoco".

Pep Guardiola: "La sua ironia ti metteva i brividi".

Andrea Pirlo: "Il primo incontro con Mazzone è stato amore a prima vista".

Francesco Totti: "Mi ha insegnato a stare dentro e fuori dal campo, è stato tutto per me".

Dario Vito

[16.11.2022 - 20:06]



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