La storia
Quando è proibito baciarsi in pubblico
Pasquale e Margherita sono fidanzati e stanno camminando per piazza del Gesù quando davanti alla chiesa di San Domenico Maggiore si fermano e si baciano. È il 9 marzo ed è il 1562. D'un tratto un vigile li ferma, li arresta e li conduce in carcere. La folla intorno a loro è sdegnata, si sentono chiamare "Svergognati, infami, indegni!". Loro, attoniti, chiedono il perché dell'arresto al gendarme. La risposta fu atroce "Da oggi è proibito baciarsi in pubblico, mi dispiace ragazzi, ma vi attende il patibolo".
Già, 449 anni fa, a partire da oggi tutti gli innamorati di Napoli furono costretti a nascondere le proprie effusioni per timore della pena di morte. Delle motivazioni che portarono il Vicerè Fernando di Toledo ad istituire tale tipo di reato sono ad oggi ancora misteriose. Una delle possibili ipotesi è quella legata a motivi igienico-sanitari. Era difatti da poco passata l'epidemia di peste che aveva colpito le città di Venezia e Torino (1528) e di lì a breve ci sarebbe stata quella del 1565. Era quindi probabile che all'accorrere delle prime avvisaglie di malattia, la precauzione del Vicerè fosse quella di eliminare possibili vie di contagio quali, per esempio, i baci.
Più recentemente il Ministero della Salute italiano aveva sconsigliato le effusioni in pubblico per evitare il contagio dall'influenza A nel 2009, e il comune di Eboli aveva disposto una sanzione pecuniaria di 500 euro a discapito di chi fosse trovato a baciarsi in automobile.
In altri Paesi del Mondo è proibito baciarsi in determinati luoghi: in Malesia è vietato farlo in taxi, mentre in Arabia Saudita alcuni cartelli negli aeroporti spiega che è proibito scambiarsi effusioni in pubblico. Persino nella protestante Germania esistono segnali stradali che avvertono gli utenti di alcune stazioni ferroviarie di non lasciarsi andare in manifestazioni d'affetto. Vere e proprie "Non Kissing Zone".
Alessandro Di Liegro
[9.3.2011 - 15:25]
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