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a cura della Scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa
in convenzione con l'Ordine Nazionale dei Giornalisti

 
Fondazione Terzo Pilastro
IL MASTER GERENZA CONTATTI

MARTINS EDER

La scossa dell'oriundo
che ha riacceso l'Inter

E' l'asso nella manica o l'ultima spiaggia dell'allenatore. "L'uomo In Più" è il calcio che sorprende. Il calcio più bello. Il calcio da raccontare.


Inter-Chievo Verona 0-1. Siamo al minuto 60. Pioli, allenatore dei neroazzurri, decide di dare una scossa ai suoi. Fuori Ansaldi, dentro Martins Eder.

La mossa è decisiva. Prima qualche serpentina che infiamma San Siro, poi una punizione dal limite e un tiro dai 25 metri che mettono in seria difficoltà il portiere clivense Sorrentino. A pareggiare ci pensa il solito Icardi, alla rete del vantaggio provvede Perisic ma a chiudere l'incontro è proprio lui, la riserva di lusso, Martins Citadin Eder. Risultato finale 3-1.

Eder è all'Inter dal 29 gennaio del 2016, 37 presenze, 15 da titolare, poi solo spezzoni di gara.

Forse firmando il contratto che lo lega per 4 anni ai nerazzurri sognava di formare quel duetto che con Mauro Icardi aveva tanto emozionato qualche anno prima i tifosi della Sampdoria.

Con Mancini non è andata così, con De Boer restava la seconda scelta, con Pioli è impiegato saltuariamente. Ma Martins Eder è capace, come ha dimostrato nell'ultima partita, di entrare e cambiare direzione alla partita.

Ha dimostrato di essere L'Uomo In Più.

Eder, figlio d'arte (il padre è stato calciatore di diversi club oltre che della nazionale brasiliana con la quale ha segnato 8 gol in 51 presenze) è nato il 15 novembre del 1986 a Lauro Müller, un paesino del sud del Brasile che conta circa 14 mila abitanti. Può giocare sull'intero versante d'attacco, in caso di necessità, diventa ala a tutto campo. È alto 1,75, ha cittadinanza brasiliana e italiana poiché il bisnonno, Giovanni Battista Righetto, era originario di Nove, una frazione della provincia di Vicenza, dalla quale era emigrato a soli 13 anni.

Calcisticamente cresciuto nel Criciuma, è l'Empoli di Luigi Cagni, nel 2005, a portare il giovane Eder in Italia.

I primi tempi sono piuttosto difficili. L'esordio nella massima serie arriva solo la stagione successiva, quando alla 29a giornata del campionato 2006/2007, nella partita poi persa 3-1 contro la Lazio, allo scoccare del minuto 65 subentra a Richard Vanigli. Saranno altre 4 le presenze quell'anno, di cui una da titolare contro il Siena. Il bilancio non è positivo, 0 gol.

La carriera di Eder si può semplificare in 3 svolte. La prima nel 2008. L'italo brasiliano a gennaio viene ceduto in comproprietà al Frosinone, in serie B, dove resterà anche l'anno successivo, realizzando in totale 20 reti. Nel 2009 torna a casa, al Castellani, ma trova i vecchi compagni in serie B. Di quella serie B (2009/2010), sarà capocannoniere, realizzando la bellezza di 27 reti e segnando il record personale di gol in una partita. Accadde a Empoli, con la squadra di casa sotto di 2 reti contro la Salernitana. Martin Eder salì in cattedra e servì il poker. Risultato finale 5-2. Nel 2010 il Brescia, nel 2011 il Cesena, nel 2012 la Sampdoria. Ed è l'anno della seconda svolta. Con i blucerchiati si afferma il talento del classe '86.

Eder lavora bene a Bogliasco, si allena tanto, cresce fisicamente, diventa più rapido, le accelerazioni sono letali per gli avversari. Ciro Ferrara, allora allenatore della Samp, crede in lui, lo fa giocare stabilmente. 30 presenze, 7 gol e 7 assist. Resterà doriano, siglando in totale 49 gol in 135 presenze, fino a quando cederà alle pressioni del presidente Thohir che riesce, dopo diversi mesi di trattative, a portarlo in neroazzurro.

Ma non è questa la terza svolta della sua carriera. Anzi, forse la scelta un po' lo penalizza, troppi campioni alla Pinetina.

No, la terza svolta della sua carriera ha una data ben precisa: 28 marzo 2015. Una data storica per Eder. Arriva la chiamata di Conte. Arriva la nazionale. Ancora una volta, come all'esordio in serie A, guarderà la prima frazione e parte della seconda dalla panchina. Al 58° prende il posto di Zaza, un fedelissimo del tecnico barese. All'84° la gioia più grande: è lui l'autore della rete che porta l'Italia sul 2-2 contro la Bulgaria nelle qualificazioni europee. 20 presenze e 3 gol in nazionale, questo il bilancio del talento italo brasiliano.

Oggi, a 10 anni dall'esordio in serie A, tornando ai neroazzurri, Eder non è quella che può definirsi una pedina fondamentale dello scacchiere di Stefano Pioli, ma è sicuramente il 12° uomo che tutte le candidate ai primi posti vorrebbero avere. È sicuramente l'Uomo In Più dell'Inter.

Antonio Esposito

[17.1.2017 - 15:40]



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