Contro il Milan
Djuricic, l'oggetto misterioso
che riscatta i blucerchiati
Sembrava una partita in una situazione di stallo, come una combattuta sfida di scacchi, il lunch-match di domenica a San Siro tra Milan e Sampdoria. Poco dopo l'intervallo il tecnico dei blucerchiati ha voluto dare una scossa ai suoi, consapevole di non poter confidare unicamente nella giornata di grazia del suo portiere Viviano.
Ed ecco che arriva la sostituzione. Entra Djuricic per Bruno Fernandes. L'oggetto misterioso della stagione doriana impiega un quarto d'ora per lasciare il segno: si fionda con voracità sul giro palla del Milan, ruba tempo e pallone a Zapata, accelera ed ecco servita l'imbucata per Quagliarella che gli fa cenno di servirlo in profondità. Poi ci pensa Paletta a fare la frittata. Il difensore di origini argentine con qualche presenza nella nazionale italiana affonda un intervento scriteriato con l'attaccante di Castellammare di spalle. Dal dischetto è bravo Muriel a spiazzare il giovane Gigio Donnarumma, (c'è molta Napoli a San Siro...) che proprio come Quagliarella ha i natali a Castellammare di Stabia. Ma è la giocata di Djuricic a sbrogliare la matassa della partita. E magari anche quella della sua carriera, finita in qualcosa che assomiglia a un vicolo cieco dopo un inizio con i fuochi d'artificio.
Cresciuto calcisticamente nella Belgrado innamorata del pallone, il centrocampista serbo dimostra di conoscere il gioco e di sapersi muovere sul tappeto verde già a 16 anni, quando viene notato e selezionato dal Manchester United. O quasi: un problema con il permesso di lavoro gli impedisce di aggregarsi ai Red Devils e lo costringe a guardarsi intorno ancora un po'.
Appena diciassettenne firma per gli olandesi dell'Heerenven. Per affermarsi in prima squadra occorrerà più di un anno, un percorso che fa parte del regolare percorso di crescita. Con risultato garantito: per l'Heerenven sono passati anche talenti come Tomasson, Huntelaar e van Nistelrooy.
Dopo un paio di stagioni di assestamento riesce a imporsi da titolare, per poi confermarsi anche l'anno successivo: leader della trequarti, 23 gol in due anni e valore di mercato che impenna come un motociclista sul rettilineo del traguardo.
Su Djuricic si fionda il Benfica, che per lui sarebbe una promozione e una grande occasione per la definitiva maturazione. Ma non tutto va come previsto e per il serbo inizia un triennio con poche luci e molte ombre, condizionato da un girovagare di prestiti che non lo aiutano.
Dopo una stagione in cui sono emersi i difetti più che i pregi le Aquile portoghesi decidono di girarlo in prestito. Mainz, Southampton, poi sei mesi all'Anderlecht ma non prima di aver provato a imporsi nuovamente in Portogallo.
Niente da fare. Il Djuricic dell'Heerenven sembra smarrito, schiacciato da limiti caratteriali e tattici che ne hanno impedito la definitiva consacrazione.
La scorsa estate la Sampdoria ha provato a scommettere su di lui, ma neanche più di tanto. I blucerchiati hanno firmato per un prestito con diritto di riscatto fissato a 3,5 milioni. Giampaolo non gli ha dato grande fiducia fin qui: mai titolare, neanche un tempo intero se non in Coppa Italia. Come subentrante dalla panchina, però, potrebbe essere l'asso nella manica per la Samp, perché ha dimostrato di poter incidere giocando l'ultima mezz'ora. Se poi il rendimento dovesse rimanere uguale a quello di San Siro, allora Filip Djuricic può pensare in grande.
Alessandro Cappelli
[9.2.2017 - 11:45]
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