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Napoli Calcio

Europa League
da non sottovalutare


La stagione europea del Napoli non è ancora conclusa. Il terzo posto nel gruppo C della Champions League ha confinato la squadra partenopea in Europa League. Una competizione decisamente alla portata di Hamsik e compagni, a patto di non sottovalutarla, di non esagerare con il turnover e di non commettere errori di distrazione.

L'organico azzurro non è inferiore a quello di nessun'altra squadra già qualificata ai sedicesimi o papabile di qualificazione. Sul cammino verso la finale di Baku ci sono, però, delle insidie notevoli. Prime tra tutte le due inglesi: Chelsea e Arsenal.

I Blues sono allenati da una vecchia conoscenza del Napoli: Maurizio Sarri, il "comandante" che, in tre anni sulla panchina partenopea, ha collezionato un terzo posto e due piazze d'onore, una delle quali - quella dell'ultimo campionato - con la cifra record di 91 punti. Poi l'addio burrascoso con il presidente Aurelio De Laurentiis, ma non con la città e con i tifosi, alcuni dei quali lo rimpiangono. Al Chelsea, Sarri ha portato la sua filosofia di gioco, il "Sarrismo", alternando fortune a passaggi a vuoto. La squadra è attualmente quarta in Premier League ed è reduce dalla vittoria nello scontro diretto contro il Manchester City a Londra. I Blues hanno vinto la partita con il 39% di possesso palla, a dimostrazione del fatto che, in Inghilterra, Sarri sta imparando a rinunciare al palleggio tra le linee, se serve a vincere. E chissà che, in un eventuale incontro con il Napoli, altra squadra dal gioco scoppiettante, non possa decidere di disporsi in campo di nuovo in questo modo. Del resto, il Chelsea ha un organico importante che include, tra gli altri, la stella belga Edin Hazard, il centravanti spagnolo Alvaro Morata e l'ex Jorginho come metronomo di centrocampo.

L'Arsenal, invece, ha sempre privilegiato la concretezza al bel gioco e con l'avvicendamento in panchina tra Arsène Wenger e Unai Emery non molto è cambiato. Comprese le prestazioni altalenanti della squadra. Nei big match di Premier League, i Gunners hanno perso contro il Manchester City e il Chelsea ad agosto, ma ha vinto con il Tottenham nell'ultimo turno di campionato. I talenti in rosa non mancano: Mkhitaryan, Lacazette e Aubameyang tanto per citarne tre. Se dovesse continuare il processo di assimilazione dei nuovi schemi di Emery, c'è da scommettere che i londinesi daranno davvero filo da torcere al Napoli. Già in campionato contro la Juventus, infatti, i partenopei avevano mostrato di soffrire particolarmente le squadre lineari e ben messe in campo, che chiudono gli spazi, impediscono le giocate tra le linee e attaccano sulle fasce, presidiate - non sempre in modo impeccabile - da Mario Rui e Hysaj.

A preoccupare Re Carlo, anche le spagnole Siviglia e Valencia. La prima ha già vinto l'Europa League tre volte negli ultimi cinque anni, mentre la seconda è stata appena retrocessa dalla Champions League, nonostante la vittoria di prestigio contro il Manchester United nell'ultima partita del Gruppo H. Il Napoli dovrà temere queste due squadre sia per la loro esperienza internazionale che per il potenziale offensivo dei loro reparti d'attacco: Andre Silva e Batshuayi, se in fiducia, sono capaci di segnare in ogni momento.

Non sono da sottovalutare neanche le outsider della competizione. L'anno scorso, il Napoli uscì dall'Europa League proprio per aver snobbato il quarto di finale contro il meno quotato Lipsia, sorpresa della Bundesliga. Guai a ripetersi. Eintracht Francoforte, Zenit e Fenerbahce sono inferiori per rosa, ma hanno voglia di stupire e di regalare ai propri tifosi un trofeo che sarebbe inaspettato.

Infine, occhio alle italiane. Inter, Lazio e - se dovesse superare il turno - anche il Milan, vogliono vincere l'Europa League per dare una svolta a una stagione che non sta andando come previsto. In Europa non cambieranno gli schemi, ma le motivazioni sono diverse. Un'insidia pericolosissima psicologicamente. Chiedetelo alla Juventus del 2003, quella che perse la Champions League in finale a Manchester contro il Milan. In campionato i rossoneri chiusero a meno 11 punti dalla vetta. Così, per dire.

Michela Curcio

[13.12.2018 - 15:33]



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