Tennis
Dopo l'infortunio
Andy Murray si ritira
«Ho detto al mio team che avrei potuto provare a continuare fino a Wimbledon, perché è lì che mi piacerebbe smettere di giocare, ma a oggi non sono sicuro di essere in grado di farlo». È così che, tra le lacrime, Andy Murray ha annunciato il suo imminente ritiro in conferenza stampa a Melbourne, a pochi giorni dall'inizio degli Australian Open. Il trentunenne tennista scozzese lotta da luglio 2017 contro un grave infortunio all'anca che lo ha costretto a ripartire dal numero 839 del ranking Atp e che gli causa dolore «anche quando prova a mettere un calzino».
Nel 2013, Murray è stato il primo britannico a vincere Wimbledon nell'era Open, settantasette anni dopo il trionfo di Fred Perry. Tre anni dopo il primo successo, il bis, a seguito del quale la regina Elisabetta II gli ha conferito il titolo di "Sir". Nel palmares del tennista anche uno Us Open (2012), cinque finali degli Australian Open (2010, 2011, 2013, 2015, 2016) e una finale al Roland Garros (2016). E poi, i successi olimpici: due ori di fila nel singolo, a Londra nel 2012 e a Rio de Janeiro nel 2016. Una carriera stellare, ma che gli è valsa soltanto il titolo di "primo degli umani". Murray, infatti, ha avuto la sfortuna di giocare nello stesso periodo dei Fab 3: Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Tre campionissimi che, a 37, 32 e 31 anni, riscrivono record e non sembrano voler abdicare neanche di fronte agli infortuni. Forse è proprio per questo che, per gli addetti ai lavori, a Murray è sempre mancato quel quid in più per arrivare al livello degli "alieni". Questo non gli ha impedito, però, di raggiungere il N.1 della classifica Atp, nel novembre del 2016, diventando l'unico tennista dal 2002 ad aver interrotto l'interregno lungo diciassette anni dei Fab 3.
Il tennis, dunque, perde un protagonista talentuoso e che, ancora, avrebbe potuto dire la sua nel circuito. Ma c'è chi invita Murray a non mollare. L'argentino Juan Martin del Potro gli ha dedicato un toccante post su Twitter, invitandolo a «continuare a lottare», perché merita «di ritirarsi alle sue condizioni». Del resto, la carriera di "Delpo" è uno slogan di rinascita sportiva: il ritiro sembrava inevitabile per le tre operazioni al polso tra il 2014 e il 2015, ma, dopo la riabilitazione, la rinascita, con la vittoria dell'argento olimpico a Rio e il Master 1000 di Indian Wells, il primo nella sua carriera. Chissà che Andy Murray non possa prendere esempio e trovare la stessa forza di continuare. Magari regalandosi un altro Wimbledon.
Michela Curcio
[13.1.2019 - 00:40]
© 2003/25 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Napoli · P.Iva 03375800632 · Versione 4.2 · Privacy
Conforme agli standard XHTML 1.0 · CSS 3 · RSS 2.0