Lo swing asiatico è entrato nel vivo con i tornei di tennis ATP 500 di Pechino e Tokyo. Entrambi hanno fornito indicazioni importanti in vista del Master 1000 di Shanghai: con Federer ancora in vacanza post Laver Cup e Nadal out per l'infiammazione al polso patita proprio a Ginevra, ad alzare la voce sono stati Thiem in Cina e Djokovic in Giappone. Per la redazione di Inchiostro è tempo di pagelle.
ATP 500 Pechino
I Next Gen
Dominic Thiem, Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev: 10
Ha vinto l'austriaco battendo in finale il greco che, a sua volta, aveva battuto il tedesco in semifinale. Eppure sarebbe ingiusto non dare il massimo dei voti a tutti e tre. La Laver Cup li ha rinfrancati nella forma fisica, ma soprattutto nel morale. Risultato? A Pechino Thiem, Tsitsipas e Zverev hanno ricordato agli appassionati di tennis perché il futuro è loro. E perché, forse, siamo già entrati nel futuro. Sono diversissimi caratterialmente: uomo di squadra Dominic, lupo solitario Stefanos, individualista Sascha. Eppure, in campo sono più simili di quanto si possa pensare. Nella settimana cinese hanno mostrato tutto il loro repertorio: i loro servizi viaggiano su una media di 200km/h, hanno una predilezione per dritti e rovesci lungolinea che pizzicano le righe, non hanno paura di scendere a rete e, a differenza dei ben più calmi Federer e Nadal, quando qualcosa non va per il verso giusto, cedono alla rabbia regalando urlacci trash e racchette spaccate. Adesso Thiem, Tsitsipas e Zverev sono chiamati alla prova del nove: confermarsi a Shanghai e a Parigi Bercy, dove Federer e Djokovic non vedono l'ora di sfidarli.
Il semifinalista
Karen Khachanov: 8
Ah, già, in semifinale c'era pure Khachanov. Il povero Karen ha pagato l'effetto Laver Cup nella misura in cui quasi nessuno ha tifato per lui. Il torneo del russo era stato perfetto fino al 6-2, 5-3 e servizio con cui conduceva la partita contro Thiem. Poi la tensione ha avuto il sopravvento, mentre l'austriaco si è semplicemente rifiutato di perdere. Per entrare nell'inner circle dei Next Gen più forti gli servirà un filo di tenuta mentale in più. A cominciare da Shanghai e, soprattutto, da Parigi Bercy, dove difende il titolo.
Gli italiani
Matteo Berrettini: 4
Dispiace dare un'insufficienza a Matteo, specialmente dopo l'exploit agli US Open. Però, da allora, in ottica ATP Finals Berrettini ha racimolato la miseria di venti punti tra San Pietroburgo (dove è stato sconfitto a sorpresa dal qualificato Gerasimov) e - appunto - Pechino, dove è stato estromesso al primo turno da un Andy Murray che sta meglio, ma che è ancora lontano dal suo tennis migliore. Obbligatorio invertire la rotta fin da Shanghai.
Fabio Fognini: 7
Un voto in meno per la volee sbagliata nel quarto di finale contro Khachanov, che gli ha svoltato in negativo una partita che aveva in controllo e che ha negato agli appassionati due semifinali reunion tra i reduci dalla Laver Cup. Per il resto, Fognini sembra stare meglio fisicamente e sembra pronto a giocarsi l'ingresso alle ATP Finals fino alla fine. Attenzione, però, alla tenuta mentale. Impensabile perdere un match per le conseguenze psicologiche di un unico punto sbagliato.
Marco Cecchinato: 3
Questa pagella può tranquillamente essere copiata e incollata da quella della scorsa settimana. Ancora una volta una sconfitta al primo turno, ancora una volta al terzo set, ancora una volta dopo essere stato in vantaggio nel punteggio. A ringraziare è il qualificato Jeremy Chardy, numero 72 del ranking. È stato già detto che il problema è nella mente?
Le delusioni Next Gen
Frances Tiafoe: 5
Un voto in più perché ha avuto la sfortuna di beccare uno Zverev semplicemente ingiocabile. Ma racimolare solo cinque game - peraltro per gentile concessione dell'avversario più che per meriti del proprio sistema di gioco - è davvero poco per chi dovrebbe portare alto il nome dell'America tra i Next Gen.
Felix Auger-Aliassime: 4
Ancora una delusione per il canadese. L'impressione è che lo Zverev che ha piallato FAA fosse un filo più giocabile di quello visto con Tiafoe. Eppure, a fine partita, Auger-Aliassime ha portato a casa un game in meno del suo collega americano, pagando i troppi errori non forzati e la poca solidità al servizio. C'è molto da lavorare.
Le delusioni Lost Gen
Gael Monfils e Grigor Dimitrov: 4
Pagella unica per entrambi. Tutti e due erano chiamati a un primo turno complicato, rispettivamente contro John Isner e Andrej Rublev. Entrambi, però, sulla carta hanno un gioco ben più vario rispetto a quello dei propri avversari. Risultato? Sconfitta due set a uno per il francese, due set a zero per il bulgaro. La concretezza, quella sconosciuta.
Michela Curcio
[8.10.2019 - 16:57]
© 2003/25 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Napoli · P.Iva 03375800632 · Versione 4.2 · Privacy
Conforme agli standard XHTML 1.0 · CSS 3 · RSS 2.0