Master 1000 Shanghai
Medvedev inarrestabile
Avanzano i Next Gen
C'è un nuovo nome nell'albo d'oro del Master 1000 di Shanghai. A portare a casa il prestigioso trofeo un Daniil Medvedev che ormai non si ferma più. Tennis geometrico e quadrato: così il Next Gen russo ha battuto in finale un redivivo Alexander Zverev. Questo martedì dare le pagelle ai protagonisti offrirà molti spunti di riflessione.
Il vincitore
Daniil Medvedev: 10
Di fronte a un tennista che è riuscito ad arrivare in finale per sei tornei consecutivi, c'è solo da riempirlo di complimenti. Medvedev ha vinto ventinove delle trentadue partite giocate da fine luglio e, nell'atto conclusivo di Shanghai, ha lasciato cinque game allo Zverev più in fiducia della stagione. Non giocherà un tennis divertente, ma in campo è chirurgico e preciso. Ha un piano per ogni punto e, in questo periodo, riesce sempre a portarlo a termine. Nelle finali giocate da agosto in poi, Nadal a parte, solo Nick Kyrgios è stato in grado di batterlo. Il che, in realtà, la dice lunga non tanto su Medvedev, ma sull'istrionico australiano.
Il finalista
Alexander Zverev: 8
Quella di Zverev era stata una settimana quasi perfetta fino a quei due sciagurati doppi falli che hanno consegnato il primo set della finale a Medvedev. Da lì, il tedesco è andato fuori giri, fino al successivo 6-1 con cui si è chiuso l'incontro. E dire che era anche risalito dal 3-1 del primo parziale, rimettendo in equilibrio una partita che sembrava già indirizzata. La verità è che Zverev è ancora convalescente dopo le traversie di metà stagione e i problemi personali. La Laver Cup gli ha giovato, ma non poteva essere la panacea di tutti i mali. Lasciando la Cina, però, il tedesco può guardare con fiducia alle prossime settimane. La finale di Shanghai lo ha proiettato al settimo posto della race per le ATP Finals, con un rassicurante margine di quattrocento punti su Roberto Bautista Agut, primo degli esclusi. In più, durante il torneo, è arrivata la prima vittoria in stagione contro un top 10, quel Roger Federer che, ormai, lo ha preso sotto la sua ala protettiva. Basilea e Parigi Bercy diranno se Zverev sta guarendo o no.
Il semifinalista
Stefanos Tsitsipas: 8
Fino alla semifinale il greco si era comportato benissimo. Al secondo turno era riuscito a battere per la prima volta in carriera Felix Auger-Aliassime, giocando un tennis allo stesso tempo meraviglioso e concreto. Nei quarti, poi, era arrivato il successo in rimonta contro Djokovic, con tanto di matematica qualificazione alle ATP Finals. Il sogno si è interrotto contro un Medvedev granitico, capace di sfruttare gli unici passaggi a vuoto di Tsitsipas: sul 5-5 nel tiebreak nel primo set e nell'undicesimo game del secondo set, durante il quale il greco serviva per garantirsi un altro tiebreak. Il primo acuto in un Master 1000 per il momento è rimandato. Chissà se solo fino a Parigi Bercy.
Le stelle:
Roger Federer: 6,5
Mezzo voto in più per la voglia che ancora mette in campo a trentotto anni. Cinque set point annullati nell'ottavo di finale contro David Goffin, cinque match point cancellati nel secondo set contro Alexander Zverev nei quarti di finale. Con il tedesco la resa è arrivata soltanto al terzo, con Roger che si è trovato davanti un avversario più in forma fisicamente e - strano a dirsi - molto più lucido psicologicamente. Ma chissà cosa sarebbe successo senza quel coaching alla Laver Cup.
Novak Djokovic: 6
Nole è sceso sulla terra. A riportarcelo, il ventunenne Tsitsipas che, a suon di spregiudicatezza e di angoli disegnati con il goniometro, gli ha inflitto un 3-6, 7-5, 6-3 in rimonta. Adesso, la supremazia di Djokovic scricchiola. Il serbo avrebbe perso anche a Wimbledon se Federer avesse convertito uno dei due match point avuti sull'8-7, 40-15 e servizio. Poi è stato estromesso a Cincinnati ai quarti da Medvedev, si è ritirato agli US Open e ha vinto a Tokyo per assenza di alternative credibili. Dal 4 novembre, inoltre, dovrà cedere la prima posizione del ranking a Nadal. Parigi Bercy e le ATP Finals ci diranno se Nole potrà essere il dominatore del 2020.
Gli italiani
Matteo Berrettini: 8
Era chiamato a smentire chi lo vedeva in crisi per il rush finale verso le ATP Finals. La risposta? Berrettini si è spinto fino in semifinale a Shanghai, battendo Roberto Bautista Agut agli ottavi e Dominic Thiem ai quarti. Solo un Alexander Zverev ingiocabile gli ha impedito di centrare una finale davvero storica. Ma se il tuo avversario mette in campo l'81% di prime e porta a casa quaranta punti su quarantacinque con il servizio, è davvero difficile fare di più.
Fabio Fognini: 7,5
Come Berrettini, Fognini ha tenuto alta la bandiera dell'Italia a Shanghai. Il match di secondo turno con Andy Murray è stato un capolavoro di talento e di incoscienza. Sotto di un break nel primo set, l'italiano è riuscito a portare il parziale al tiebreak e a vincerlo. Poi ha subito il ritorno dello scozzese, che ha pareggiato i conti e gli ha strappato il servizio nel nono gioco del terzo set. Da lì in poi, lo psicodramma, con Fognini che ha controbreakkato, ri-subito il break e ri-controbreakkato, chiudendo la partita al tiebreak per 7-2. Ottima anche la prestazione agli ottavi contro Khachanov, a vendicare la recente eliminazione ai quarti di finale dell'ATP 500 di Pechino. Poi, contro questo Medvedev, era possibile soltanto l'onore delle armi. È un peccato, però, che, nonostante il bel torneo, la probabilità di vedere Fognini alle ATP Finals sia rimasta esigua.
Marco Cecchinato: 5
Avrà anche perso al primo turno, ma stavolta senza essere sopra nel punteggio e contro un avversario quotato come Benoit Paire. Per entrare nel main draw di Shanghai, Cecchinato aveva dovuto superare le qualificazioni. Chissà se a livello mentale questa sia stata la scossa di cui ha evidentemente bisogno.
Lorenzo Sonego: 6
Niente sorprese: per Sonego il primo turno contro Monfils era oggettivamente proibitivo. Per il momento porta a casa un sei politico, nella speranza che, nel 2020, arrivino vittorie di peso anche per lui.
Le delusioni
Borna Coric e Marin Cilic: 4
Non ci sono stati grandi upset a Shanghai, eccetto per le premature eliminazioni dei due croati, estromessi al primo turno rispettivamente dal Next Gen russo Rublev e dallo spagnolo Ramos Vinolas. A Coric e Cilic non resta che augurarsi che il 2019 finisca presto.
La polemica
Lo scontro Fognini-Murray: 0
Fognini sarà anche un personaggio sopra le righe, ma Sir Andy Murray è stato davvero poco "sir" con quella stretta di mano astiosa a fine partita e con le polemiche in conferenza stampa. In campo è facile cedere alla rabbia e all'adrenalina, ma quando il match finisce, ogni tensione dovrebbe sparire. Non chiamatela ipocrisia, chiamiamolo fair play. Ci sarà un motivo se il tennis è uno sport elegante per antonomasia.
Michela Curcio
[15.10.2019 - 14:18]
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