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ATP Mosca

Rublev vince in casa
Seppi ruggisce ancora


Per la redazione di Inchiostro è il momento di dare i voti anche ai protagonisti dell'ATP di Mosca.

ATP 250 Mosca

Il vincitore

Andrej Rublev: 9

Forse è esagerato parlare di "ritorno" per un ragazzo di ventidue anni appena compiuti. Eppure, dopo la frattura da stress alla schiena patita nel 2018 durante il Master 1000 di Montecarlo, lo stesso Rublev ha avuto paura di essersi aggiunto alla lista di quei tennisti tanto talentuosi quanto costantemente falcidiati dai problemi fisici. La determinazione, un gioco martellante da fondo e un dritto impressionante, invece, hanno dato al Next Gen russo la forza di rientrare con prepotenza nel novero dei ragazzi terribili del tennis. L'apoteosi soprattutto tra semifinale e finale. Prima Rublev ha domato il croato Cilic per 7-5, 6-4, risalendo da uno svantaggio di 3-5 nel primo set. Poi, in finale, ha concesso solo quattro giochi a un Mannarino spento. Dalla vittoria su Federer a Cincinnati, qualcosa nel russo è cambiato, sia nel corpo che nella testa.

Il finalista

Adrien Mannarino: 7

Mezzo voto in meno per il bagel rimediato nel secondo set della finale. Come spesso gli accade, Mannarino si è sciolto proprio sul più bello. Prima di incontrare Rublev, il francese non aveva concesso neanche un set ai suoi avversari. A lui si erano arresi nell'ordine il qualificato bielorusso Dzumhur (7-6, 6-0), il kazako Kukushkin (7-6, 6-2), il serbo Lajovic (7-6, 6-1) e l'italiano Seppi (6-3, 6-4). Poi, all'atto conclusivo di Mosca, è indubbio che Mannarino sia arrivato da sfavorito, ma quel 6-0 subito ha dimostrato come durante la partita abbia sempre avuto paura di imporre il suo gioco. La lista delle finali perse sale a otto. Troppe per non lasciarsi andare ai rimpianti.

Il semifinalista italiano

Andreas Seppi: 8,5

A trentacinque anni, Seppi è ancora una garanzia. Non avrà il talento di Fognini o il fisico di Berrettini, ma la sua serietà in campo è encomiabile. L'altoatesino non è tipo da regalare la vittoria ai suoi avversari, perché ha la capacità di non uscire mai dal match. All'esordio, sono stati sei i match point annullati al cileno Garìn, prima di portare a casa una partita durissima con il punteggio di 3-6, 7-6, 7-6. Poi, sono arrivati i successi in rimonta su Carballes Baena agli ottavi di finale (5-7, 6-1, 6-3) e sul campione uscente Khachanov ai quarti (3-6, 6-3, 6-3). Poteva osare di più contro Mannarino? Forse. Ma se ha perso, è stato per merito del suo avversario, decisamente non per suoi demeriti.

L'altro semifinalista

Marin Cilic: 6,5

Dopo mesi di delusioni, per Cilic è arrivato un mini-acuto in stagione. Prima di essere eliminato in semifinale da un Rublev oggettivamente più in forma di lui, il croato ha estromesso nell'ordine il connazionale e potente servitore Ivo Karlovic (6-1, 7-6 il risultato finale) e il francese Jeremy Chardy per 6-4, 4-6, 7-6. A Mosca si sono visti piccoli sprazzi del vecchio Cilic, ma un vincitore Slam non può e non deve accontentarsi di una semifinale in un 250.

L'altro italiano

Thomas Fabbiano: 5

Fabbiano in campo dà sempre tutto. Eppure, a questo punto della stagione, dopo gli exploit a Wimbledon contro Tsitsipas prima e Karlovic poi e agli US Open contro Thiem, sembra che l'italiano non abbia più energie. Il bulgaro Gerasimov, al contrario, è decisamente carico nelle ultime settimane, con le vittorie su Berrettini nei quarti di finale a San Pietroburgo e su Isner negli ottavi di finale a Chengdu. L'impressione è che in campo Fabbiano abbia provato a limitare i danni in termini di gioco, ma che non potesse nulla sul piano fisico contro un avversario più in forma.

La delusione

Karen Khachanov: 4,5

Come accaduto spesso in stagione, Khachanov ha balbettato a un passo dalle fasi finali di un torneo. A Mosca il russo difendeva il titolo ma è stato estromesso ai quarti di finale da Seppi, nonostante si fosse trovato avanti di un set prima e avanti di un break nel parziale decisivo poi. Il bottino annuale del tennista nativo di Mosca recita così: due semifinali nel Master 1000 di Montreal e nell'ATP 500 di Pechino e un quarto di finale al Roland Garros. È chiaro che per Khachanov il 2019 è stato ben al di sotto delle aspettative, ma la stagione non è finita: tra due settimane si gioca a Parigi Bercy, dove il russo è campione uscente. Obbligatorio invertire la rotta.

Michela Curcio

[22.10.2019 - 11:11]



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