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Riparte l'NBA

L'ultimo tango di Vinsanity


Si chiama Vince, un "ragazzino" classe '77, uno che è arrivato, a 42 anni, alla sua 22esima stagione NBA (record) e, se scenderà in campo dopo il 31 dicembre, sarà l'unico giocatore ad aver calcato i parquet del campionato più bello del mondo in quattro decadi diverse.

Vince Carter è l'NBA, genio e sregolatezza, una guardia vecchio stile di 'soli' 198 cm, uno che nel 1998 fu la quinta scelta del draft e che nel '99 è stato rookie dell'anno. Il vincitore dello Slam Dunk Contest all'All Star Game del 2000 e medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sidney nello stesso anno, che però mai, purtroppo, ha potuto indossare quell'anello NBA che più volte avrebbe meritato.

Per questa stagione, l'ennesima per V-Insanity, i pianeti si erano allineati per il più romantico degli addii. Lui che dal 1998 al 2004 era stato la bandiera della neonata franchigia dei Toronto Raptors, quest'anno, dopo aver girato tutti gli States, avrebbe di certo potuto chiudere la carriera dove l'aveva iniziata, facendo impazzire la Scotiabank Arena e tornando ad essere "Air Canada".

Per di più, le maple leafs quest'anno si sono presentate ai nastri di partenza con una squadra da urlo pronta a riconquistare il titolo NBA dopo la prima, storica, vittoria dello scorso anno e, ciliegina sulla torta, hanno rispolverato la, meravigliosa e molto vintage, casacca viola con il Velociraptor, proprio quella che indossavano Vince e compagni nello scorso millennio.

Purtroppo in Canada non sono così romantici e Vince chiuderà la sua carriera ad Atlanta dove sarà il papà di un roster di ragazzi nati tra il 97 e il 98, quando lui era già in NBA. Appena 8 mesi più giovane del suo coach Lloyd Pierce, detesta l'idea di dover lasciare il campo, non vuole allenare, vuole giocare. Perché Vince Carter è la pallacanestro, lui questo gioco ce l'ha nel DNA e vuole prolungare all'infinito la sua carriera perché, probabilmente, non sa se nel giorno del suo addio sarà in grado di reggere il colpo.

"Vince, you're crazy", gli scrisse Dirk Nowitzki su Whatsapp poche settimane fa. Che Vince sia un folle lo sapevamo tutti, lo sa lui, lo sa perfino sua mamma. In 22 anni di basket ha raccolto quasi esclusivamente delusioni, ma gli appassionati di basket, più di quelli di calcio, sanno che il parquet si calca per vincere, sì, ma anche e soprattutto perché è tremendamente divertente. Vince non vuole un "farewell tour" per tutta la Eastern Conference, lui vuole giocare, poco, ma sul serio. Purtroppo per lui, gli americani e gli appassionati di tutto il mondo lo amano troppo per non tributargli standing ovation ad ogni palla toccata. L'ultimo tango ad Atlanta di Vinsanity sarà spettacolare ma, a meno di una qualificazione ai playoff, ad aprile si accomoderà per l'ultima volta in panchina raggiungendo Nowitzki, Kobe, Tim Duncan e tutti gli altri, concedendo finalmente la sua carriera alla storia di questo sport.

Francesco Gucci

[25.10.2019 - 13:23]



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