Master 1000 Parigi
Djokovic re di Bercy
Berrettini va alle ATP Finals
Gioia e giubilo in Italia, un po' meno in Francia. Venerdì sera, nel Master 1000 di Parigi Bercy, a giocarsi l'ottavo e ultimo posto della race alle ATP Finals erano rimasti soltanto Matteo Berrettini e Gael Monfils. Arbitro della contesa, Denis Shapovalov, avversario del transalpino ai quarti di finale. Due giorni prima, infatti, "Berretta" aveva perso all'esordio contro un altro beniamino di casa, Jo-Wilfried Tsonga, ma, grazie alle contemporanee sconfitte di Roberto Bautista-Agut, David Goffin e Fabio Fognini non aveva ancora dovuto disfare la valigia per Londra. A potergli soffiare il posto era rimasto soltanto Monfils, a patto che il francese arrivasse fino in semifinale a Bercy. Invece, nei quarti di finale, "Shapo" ha sfoderato una prestazione monstre e ha regalato a Matteo il pass per le Finals. Era dal 1978 che un italiano non giocava il torneo dei "maestri".
A margine, a vincere il Master 1000 parigino è stato Novak Djokovic. Ma per chi crede nella scaramanzia non è una buona notizia. C'è una maledizione sulla testa di chi trionfa a Bercy. Chiedetelo ai campioni degli ultimi tre anni: Karen Khachanov (2018) è reduce da una stagione orribile, Jack Sock (2017) ha perso tutti i suoi punti ATP e Andy Murray (2016) adesso gioca a tennis con una protesi all'anca.
Superstizioni a parte, è il momento delle pagelle settimanali - le penultime della stagione.
Il vincitore
Novak Djokovic: 10
Fin quando Djokovic gioca così, non ce n'è per nessuno. A eccezione dello slow start all'esordio contro il lucky loser di casa Moutet - che si era trovato sopra 5-4 e servizio nel primo set - Nole ha dominato sui campi di Bercy. Nell'ordine, la vittoria agevole su Kyle Edmund, la lezione di tennis inflitta a Tsitsipas - con il greco che ha portato a casa soltanto tre giochi - e le due dimostrazioni di forza contro Dimitrov in semifinale e Shapovalov in finale. Alle ATP Finals Djokovic ci arriva da favorito. Ma attenzione. Anche l'anno scorso il serbo sembrava invincibile e poi, a sorpresa, un certo tedesco di cui parleremo più avanti gli ha scippato il titolo di "maestro".
Il finalista
Denis Shapovalov: 9,5
Non gli si può rimproverare niente. Shapovalov ha giocato un torneo spaziale, durante il quale non ha solo travolto gli avversari a suon di vincenti, ma ha anche capito quando mettere da parte lo spettacolo e affidarsi alla concretezza. Escluse le due partite vinte per i ritiri di Simon all'esordio e Nadal in semifinale, "Shapo" ha avuto ragione di tre tennisti di talento come Fognini (battuto in rimonta 3-6, 6-3, 6-3), Zverev (6-2, 5-7, 6-2 il risultato finale) e Monfils (sconfitto con un perentorio 6-2, 6-2). Che il canadese avesse classe lo si sapeva già. Se impara a disciplinarla può davvero diventare un numero 1.
I semifinalisti
Rafael Nadal: 7
Bercy si conferma un torneo maledetto per il mancino di Manacor. Nadal non aveva perso neanche un set nei tre match vinti contro Mannarino (7-5, 6-4), Wawrinka (6-4, 6-4) e Tsonga (7-6, 6-1). Poi, nel riscaldamento prima della semifinale contro Shapovalov, lo stiramento all'addome e il ritiro. Meglio riposarsi per provare a non dare forfait alle ATP Finals, piuttosto che inseguire il primo acuto nel Master 1000 parigino. Anche perché il Career Golden Master resta lontano: a Nadal in bacheca mancano anche Miami e Shanghai.
Grigor Dimitrov: 8
Per Dimitrov, dopo la semifinale agli US Open, è arrivato un altro acuto stagionale degno del suo talento. Il bulgaro è arrivato al penultimo atto di Bercy sconfiggendo in rimonta la wild card di casa Humbert (4-6, 6-1, 6-2), due tennisti blasonati come Goffin (7-5, 6-3) e Thiem (6-3, 6-2) e il cileno Garin (6-2, 7-5). Poi, contro Djokovic, "baby Fed" ha messo in mostra tutto il suo repertorio di smorzate delicatissime, meravigliosi rovesci a una mano e geniali cambi di gioco. Non è bastato, perché Nole era un uomo in missione. Ma, grazie a questo finale di stagione, Dimitrov può ben sperare per il suo 2020.
I Next Gen
Dominic Thiem: 5
Una vittoria di puro orgoglio all'esordio contro Raonic, poi la sconfitta di schianto contro Dimitrov. Thiem sembra logorato da una programmazione insensata. Al momento, in campo l'austriaco si regge in piedi più di testa che di fisico. Forse, la prematura eliminazione a Bercy non è un male. Dominic avrà più tempo per riposarsi in vista delle ATP Finals, dove avrà davvero bisogno di essere in forma.
Alexander Zverev: 6
Sufficienza raggiunta solo ed esclusivamente perché è riuscito a qualificarsi per le ATP Finals, dove avrà la possibilità di difendere il titolo di "maestro". È già qualcosa, visto che Murray nel 2017 e Dimitrov nel 2018 non erano neanche saliti sull'aereo per Londra. Per il resto, a Bercy Zverev si è visto poco. Il 6-1, 6-3 all'esordio con Verdasco era stato incoraggiante, ma poi, contro uno Shapovalov impeccabile il tedesco è stato dominato. In Francia, Sascha è stato fortunato: i suoi diretti avversari nella race sono riusciti nell'impresa di comportarsi peggio di lui. Per riuscire in un back to back londinese, però, gli servirà molto di più.
Stefanos Tsitsipas: 6,5
Mezzo voto in più per essere arrivato ai quarti di finale, ma, a questo punto della stagione, Tsitsipas sembra stanchissimo. Non ingannino i due match vinti contro Fritz (7-6, 6-3) e De Minaur (6-3, 6-4). Non appena Stefanos ha incontrato un avversario di alto livello - quale è Djokovic - ne è uscito con le ossa rotte, racimolando la miseria di tre game e non riuscendo mai a innescare il suo tennis ricco di angoli meravigliosi. Ora, per Tsitsipas è tassativo riposarsi, perché le ATP Finals hanno bisogno anche del suo talento.
I tennisti che erano in corsa per le ATP Finals
Roberto Bautista Agut e David Goffin: 4,5
A Bercy Bautista Agut e Goffin sarebbero dovuti scendere in campo con la voglia di tenere vivo il sogno ATP Finals. Invece, hanno entrambi ceduto all'esordio, senza neanche conquistare un set. Mezzo voto in più perché sia De Minaur (per lo spagnolo) che Dimitrov (per il belga) sono avversari scomodi da incontrare in un secondo turno di un Master 1000. Ciò non toglie che Londra sarebbe valsa un po' di lotta in più. Zverev e Berrettini ringraziano sentitamente.
Gael Monfils: 6,5
A differenza di Bautista Agut e Goffin, Monfils ci ha provato un po' di più. Eppure, in campo si vedeva quanto fosse tutt'altro che sereno. Già contro Albot il francese aveva tremato, andando sotto di un set e di un break. Poi, però, si era salvato affidandosi al suo talento e ritrovando i suoi migliori colpi nel momento decisivo. Eliminazione rimandata solo di un turno: nei quarti di finale contro Shapovalov, Gael è stato spazzato da un avversario che ha giocato una partita spettacolare e quadrata allo stesso tempo.
Gli italiani
Matteo Berrettini: 7
La media tra il 4 da dare alla sua campagna parigina e il 10 per aver raggiunto le ATP Finals. A Bercy Berrettini è uscito subito, eliminato da uno Tsonga che non ha dovuto sudare più di tanto per avere la meglio. Poco male, perché, nel frattempo, Bautista Agut, Goffin e Fognini si sono auto-esclusi dalla race e Monfils ha ceduto di schianto a un passo dal traguardo. Berrettini corona così una stagione incredibile. Aveva iniziato l'anno da numero 54 del mondo. Poi il trionfo a Budapest, la finale a Monaco, il titolo a Stoccarda, gli ottavi a Wimbledon, le due semifinali agli US Open e a Shanghai. E a Londra è lecito sognare.
Fabio Fognini: 4
Impossibile dare un voto più alto a Fognini che, a causa della sconfitta thriller contro Shapovalov, ha rinunciato prima di tutti i diretti concorrenti al sogno ATP Finals. Sia ben chiaro, però, che questo quattro non è un voto alla stagione, perché il 2019 di Fabio è stato da 9,5. Ad aprile la storica vittoria nel Master 1000 di Montecarlo, tra l'altro battendo avversari con un certo pedigree terraiolo come Nadal e Zverev. A giugno, il raggiungimento dell'agognata top ten. Peccato non essere riuscito a qualificarsi per Londra. Per il resto, chapeau alla stagione di Fabio, il cui ranking ATP finalmente rispecchia il suo talento.
Andreas Seppi: 5,5
Non raggiunge la sufficienza solo perché Radu Albot non sembrava imbattibile. Per il resto, Seppi ha onorato, come sempre, l'impegno, forzando l'avversario al tiebreak in entrambi i set. Nel 2020 l'altoatesino sarà ancora ai nastri di partenza. Obiettivo, regalare soddisfazioni al tennis italiano.
Le delusioni
Daniil Medvedev: 4
Anche Medvedev ha ceduto alla stanchezza. A fermare la sua striscia di sei finali consecutive, il francese Jeremy Chardy che lo ha battuto in rimonta all'esordio per 4-6, 6-2 6-4. L'estate e l'autunno del russo restano incredibili. Eppure, in vista delle ATP Finals, per lui non è un buon segnale lasciarsi travolgere dalle scorie fisiche. Chissà se a Londra i rivali fiuteranno l'occasione.
Karen Khachanov: 3
Peggio di Medvedev, solo il suo connazionale Khachanov. In Francia il russo difendeva il titolo, ma è stato sconfitto all'esordio dal tedesco Struff. Il 2019 di Karen è stato tutt'altro che esaltante. Unici highlights, la semifinale nel Master 1000 di Montreal e il quarto di finale al Roland Garros. Nel 2020 va cambiata marcia. In fondo, Khachanov non ha più la scusa della maledizione di Bercy.
Michela Curcio
[5.11.2019 - 13:16]
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