Calcio
Coppa Italia 19/20, semifinali "da urlo"
A sfidarsi Napoli-Inter e Milan-Juventus
L'Inter festeggia la vittoria in Coppa Italia contro la Fiorentina (fonte: Facebook)
Napoli-Inter e Milan-Juventus: probabilmente le migliori semifinali possibili per l'edizione 2019/2020 della Coppa Italia. Del resto, come pensarla diversamente di fronte all'organico delle quattro contendenti al titolo? Da una parte la solidità difensiva della coppia Koulibaly/Manolas - che, nonostante le prestazioni sotto le aspettative, sulla carta, resta tra le più forti d'Italia - e il ritrovato Insigne; dall'altra, il neo-acquisto Christian Eriksen a dettare i tempi a centrocampo e il tandem d'attacco "LuLa" - vale a dire Lukaku e Lautaro Martinez. Da una parte uno Zlatan Ibrahimovic che a trentotto anni vuole ancora essere decisivo; dall'altra, il tridente pesante - anzi pesantissimo - CR7, Dybala e Higuain. Quattro big, quattro modi diversi di intendere il calcio.
IL MILAN
Tra le squadre rimaste in tabellone, soltanto il Milan ha bissato la semifinale di Coppa Italia dell'anno scorso. Neanche dodici mesi fa i rossoneri avevano sconfitto ai quarti di finale il Napoli del "fu Re Carlo Ancelotti" con una doppietta di Piatek, all'epoca appena arrivato a Milano. Il "Pistolero", dopo la prima - esplosiva - partita in rossonero, segnò altre sei reti fino al 9 marzo. Poi la crisi, con solo otto gol a referto tra la fine della scorsa stagione e la prima parte di quella in corso. Nel 4-2 con cui il "Diavolo" ha sconfitto il Torino martedì sera il polacco è partito titolare, ma non ha inciso. Ci si è accorti della sua presenza in campo soltanto per uno scoordinato tentativo di colpo di testa a inizio del primo tempo e per un assist "di mano" nel gol annullato a Rebic. Piatek più di tutti è la metafora di un Milan che, in un solo anno, ha cambiato quasi tutto. In attacco è arrivato un certo Zlatan Ibrahimovic, uno che ancora può dire la sua in Italia, ma che, soprattutto, riempie gli stadi ed entusiasma i tifosi. A centrocampo è tornato il sottovalutato Jack Bonaventura, l'uomo che tenne a galla il Milan nel 2015 e nel 2016 e che, quattro anni dopo, è stato ancora decisivo con il gol che ha aperto le marcature nella partita di Coppa Italia contro il Torino. In panchina si sono susseguiti Gennaro "Ringhio" Gattuso, il guru del gioco offensivo Marco Gianpaolo e il "normalizzatore" Stefano Pioli. Martedì sera in campo si è visto, soprattutto nel secondo tempo, un "Diavolo" aggressivo e capace di abbinare pressing a centrocampo con ripartenze a spaccare la traballante difesa granata. Vero, il reparto arretrato rossonero lascia buchi preoccupanti soprattutto nei rientri dalla fase offensiva. Ma la cura Pioli sembra aver quantomeno avuto un minimo di effetto sul carattere della squadra.
LA JUVENTUS
In semifinale il Milan affronterà la corazzata Juventus. Occhio, però, a pensare che i bianconeri siano i netti favoriti in questo doppio scontro. La squadra di Sarri, a sei mesi dall'inizio della stagione, non ha un'identità. Non inganni l'utilizzo del tridente delle meraviglie CR7-Dybala-Higuain, perché di bel gioco se ne vede poco. Ma soprattutto la difesa scricchiola. Nel quarto di finale vinto mercoledì 22 gennaio per 3-1 contro la Roma, la Juventus ha chiuso il primo tempo sul 3-0, dominando a centrocampo grazie alla forza fisica di Bentancur e sfondando soprattutto sulle fasce - proprio dalla sinistra è arrivato l'1-0 di Cristiano Ronaldo. L'impressione, però, è che per quarantacinque minuti la squadra di Sarri si sia limitata a sfruttare gli evidenti demeriti - tecnici e caratteriali - dei giallorossi. Da febbraio la Juventus sarà chiamata a una tre mesi potenzialmente devastante. Oltre agli impegni di Coppa Italia, in campionato i bianconeri dovranno guardarsi alle spalle da un'Inter ancora viva e da una Lazio sempre più sorprendente. E poi c'è l'ossessione Champions, forse l'unica occasione di Sarri per entrare per davvero nel cuore dei tifosi. L'anno scorso la fu squadra di Allegri peccò di superficialità nei quarti di finale con l'Atalanta delle meraviglie di Gian Piero Gasperini. Quest'anno, invece, il pericolo è che il sovraccarico di impegni impedisca ai bianconeri di metabolizzare quel famoso "Sarriball" che ancora latita.
L'INTER
A proposito di Inter, i nerazzurri sono tornati per la prima volta in semifinale di Coppa Italia dopo tre anni. Merito di Conte? L'ex allenatore della Juventus non sarà mai famoso per il suo gioco spettacolare, né gli si può riconoscere un certo feeling con le competizioni internazionali. In Italia, però, il suo 3-5-2 lineare, di intensità sulle fasce e di voglia di vincere oltre i limiti tecnici funziona ancora benissimo. Non solo. La prima Inter di Conte è di gran lunga superiore, per esempio, alla prima Juventus del focoso allenatore leccese. Per questo motivo si può credere che Handanovic e compagni siano dei credibili candidati a vincere una coppa che sponda nerazzurra manca dal 2011, proprio dall'ultimo anno prima dell'inizio del dominio Juventus. Il 2-1 con cui ieri sera l'Inter ha battuto la Fiorentina avrà annoiato alcuni, ma avrà soddisfatto chi non ama orpelli e fraseggi avvolgenti che spesso vengono resi inutili da un'unica distrazione difensiva. La coppia arretrata Bastoni-Ranocchia non sarà la più solida d'Italia ma ha comunque preso gli stessi gol nei quarti di Coppa Italia del ben più blasonato duo Bonucci-Rugani. L'anno scorso, l'Inter - all'epoca allenata da uno Spalletti già in declino d'autorità nello spogliatoio nerazzurro - venne eliminata ai rigori nei quarti di finale dalla spumeggiante Lazio di Inzaghi che, poi, vinse la coppa. Quest'anno, già solo vedere Conte in panchina dà la garanzia che, se anche i nerazzurri dovessero fermarsi a un passo dal traguardo, non sarà per una mal mascherata rivolta nei confronti del suo allenatore.
IL NAPOLI
In semifinale l'Inter è attesa al test Napoli. I partenopei più di tutti hanno deluso le aspettative stagionali. Da giocarsi lo Scudetto sotto la guida del sapiente Ancelotti, a inseguire un forse impossibile quarto posto traghettati da quel Gattuso che solo un anno prima allenava il Milan: questa la figura del declino azzurro. Ecco perché la Coppa Italia, per Insigne e compagni, diventa l'ultima chiamata per salvare un 2019/2020 da incubo. L'anno scorso il Napoli venne eliminato ai quarti di finale proprio dal Milan. Il risultato sembrò sorprendente perché, neanche dodici mesi fa, la squadra di Ancelotti era l'unica e pseudo-antagonista della quasi invincibile in Italia Juventus di Allegri. Quest'anno, invece, i partenopei sono gli underdog della competizione per risultati e per fiducia. Nella vittoria di martedì 21 gennaio contro la Lazio per 1-0, gli uomini di Gattuso sono stati molto fortunati. Nel primo tempo Immobile ha sprecato un rigore scivolando dal dischetto, mentre negli ultimi venti minuti della partita lo stesso Immobile prima e Lazzari poi hanno colpito rispettivamente un palo e una traversa. Se è vero che forse il Napoli non ha meritato di andare in semifinale, ogni recriminazione non vale più al fischio finale. Insigne e compagni non vincevano al San Paolo da ottobre. A volte basta un solo minuto, un solo gol, un solo "clic" nella mente dei giocatori. Chissà che il riscatto dei partenopei non sia dietro l'angolo.
Michela Curcio
[30.1.2020 - 16:25]
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