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Materdei, il supermercato diventa epopea
Viaggio tra file e ingressi a turno
La fila per accedere al supermercato (foto di Mario Messina)
Alle 16.30 del primo giorno di semi-quarantena il quartiere Materdei a Napoli è silenzioso. La gente c'è ma nessuno parla. Se non fosse per qualche mascherina che sbuca qui e lì e del silenzio surreale, il pericolo coronavirus potresti anche dimenticarlo.
Vado verso l'unico posto di aggregazione di questo quartiere popolare: il supermercato MD di via Duca Ferrante. Eccola la crisi da coronavirus! La riconosci nella fila di persone lunga una decina di metri lungo la strada, tutti a distanza di metri dagli altri. Tutti ad aspettare per poter fare la spesa. «La fila sembra lunga ma subito fanno», mi rassicura una signora che aspetta di entrare. Mi metto in fila e aspetto pure io. Sono le 16.45
Da lontano vedo gli sguardi perplessi dei nuovi arrivati: sgranano gli occhi ma poi abbassano lo sguardo e si mettono in fila. Non c'è troppo stupore: le immagini delle file nei supermercati del Nord ci hanno abituati. A Napoli siamo pronti già da un po'.
L'unico davvero meravigliato è lo straniero dietro di me. Fa partire una videochiamata e mostra a chi è al di là dello schermo la lunga fila. Parlano una lingua a me sconosciuta. Riconosco solo la parola «coronavirus».
La fila avanza. All'ingresso del supermercato c'è un addetto che gestisce le entrate e consegna guanti ai clienti, quelli che di solito si utilizzano per toccare la frutta. Se non li indossi non entri. «Io i guanti già ce li ho», spiega una signora. Niente da fare: deve metterli anche lei e li indossa sopra i suoi guanti di pelle.
«I disabili e le donne incinte saltano la fila - urla l'uomo che gestisce gli ingressi - e da domani si entra uno alla volta. Niente spese di coppia». «E gli anziani?», chiede un signore. Alla fine siamo noi a fargli saltare la fila.
Chiedo all'addetto quante persone ci sono all'interno. «Diciotto, massimo venti».
Alle 17:07 tocca a me. La signora di prima aveva ragione. Tempo di attesa: 22 minuti.
Fare la spesa coi guanti di plastica è strano ma la cosa davvero bizzarra è la pazienza con cui tutti i clienti aspettano che gli altri abbiano finito prima di avvicinarsi a uno scaffale. Nessuno sgomita, nessuno si avvicina. Fare la spesa in queste condizioni di spezza un po' l'umore.
Nota positiva: c'è tutto. «Mi aspettavo di trovare scaffali mezzi vuoti» dico a uno scaffalista. «Sapevamo di quest'affluenza quindi siamo partiti preparati. Stiamo sempre lì a rifornire ciò che manca», mi risponde a debita distanza. La merce da rifornire più spesso? Pasta, sugo e sapone per le mani.
Vado alla cassa, pago alla cassiera con mascherina e torno nella silenziosa Meterdei. A casa mia poso le buste della spesa e prima di fare qualsiasi altra cosa vado in bagno a lavare le mani. Il sapone sta finendo. Avrei dovuto comprarlo anche io.
Mario Messina
[10.3.2020 - 20:29]
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