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a cura della Scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa
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Verso lo stop

Olimpiadi Tokyo 2020 verso il rinvio
"La precedenza va alle vite umane"


E se la fiamma di Olimpia finisse davvero per illuminare il Giappone in ritardo? L'emergenza coronavirus - che ha martoriato i calendari di ogni disciplina sportiva e non ha risparmiato neanche quei calciatori e cestisti che sembravano invincibili - potrebbe davvero causare il rinvio dei Giochi di Tokyo 2020. La resa è stata affidata, ieri sera, alle parole del presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach: «La precedenza va alle vite umane». Una linea che, poche ore dopo, persino il più che riluttante premier giapponese Shinzo Abe è stato costretto a sposare: «Se diventa difficile organizzare le Olimpiadi secondo il programma iniziale, dobbiamo decidere di posticiparle», ha dichiarato, aprendo per la prima volta allo scenario di vedere più tardi il logo dei cinque cerchi sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo.

LE OPZIONI SUL TAVOLO

Il governo di Tokyo, però, è stato categorico. Il rinvio sì (anche se a denti stretti), la cancellazione è fuori discussione: show must go on. Le Olimpiadi devono andare avanti, a costo di organizzarle in tarda estate o in autunno. Due sono le finestre temporali entro le quali gli atleti potrebbero gareggiare in modo da evitare sovrapposizioni di calendario con i colleghi delle discipline assenti ai nastri di partenza di Tokyo 2020. Nella prima ipotesi la fiamma olimpica arriverebbe in Giappone il 21 agosto 2020. In tal caso, i Giochi occuperebbero lo slot riservato alle Paralimpiadi, lasciando ai broadcaster un mercato sostanzialmente identico a quello per cui avevano acquistato i diritti. Gli atleti, però, nicchiano. Nei giorni scorsi, in molti avevano criticato l'indecisione degli organizzatori. Così la greca Katerina Stefanini, oro nel salto con l'asta alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016: «Il CIO vuole che continuiamo a rischiare la nostra salute, quella della nostra famiglia e la salute pubblica per ogni giorno? Ci sta mettendo in pericolo proprio ora, oggi, non tra quattro mesi». Pensiero condiviso da Katarina Johnson-Thompson, iridata nell'eptathlon, che ha parlato di sessioni di training attualmente "impossibili". «Le leggi - ha detto - impongono l'isolamento in casa con piste, palestre e spazi pubblici chiusi. Mi sento sotto pressione, è impossibile mantenere la stessa routine». E ancora, Jessica Judd, mezzofondista britannica ha twittato: «Come possiamo prepararci al meglio se non sappiamo nemmeno quali gare possiamo fare per ottenere i tempi e quando ci si potrà allenare normalmente?». Tra gli atleti italiani più attivi nel chiedere il rinvio, il nuotatore Gregorio Paltrinieri, oro olimpico nei 1500 stile libero a Rio: «Non credo fosse giusto - ha dichiarato - che qualcuno potesse allenarsi e altri no».

Ecco che, allora, si fa sempre più strada l'ipotesi di un'Olimpiade con cornice di foglie cadute. I Giochi verrebbero riprogrammati dal 9 al 25 ottobre, date che permetterebbero ai competitor di arrivare in Giappone nelle stesse condizioni fisiche e che consentirebbero alle federazioni internazionali di ultimare i tornei di qualificazione all'evento. Ma, soprattutto, date che non dispiacerebbero al governatore di Tokyo, Yuriko Koike, che ne approfitterebbe per riportare in città marcia e maratona, due discipline che attualmente sono state assegnate, per motivi climatici, alla più fresca Sapporo.

Un'ultima opzione sarebbe addirittura rimandare le Olimpiadi al 2021, come aveva già chiesto nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A gioirne, forse, soltanto la Russia, che avrebbe più tempo per preparare il ricorso dopo che a dicembre era stata esclusa dai giochi di Tokyo per lo scandalo doping che aveva coinvolto le istituzioni sportive di Mosca. Il rinvio di un anno, però, causerebbe scompensi che si rifletterebbero su manifestazioni che hanno annunciato lo stop. Qualche esempio? Gli Europei itineranti di calcio, la Coppa America, i Campionati del mondo di Atletica leggera, i Campionati mondiali di Nuoto. E la lista potrebbe allungarsi ulteriormente.

LE DEFEZIONI

Nonostante comincino a prendere forma i piani B per salvare le Olimpiadi di Tokyo, è anche vero che il CIO preferirebbe attendere un altro mese prima di arrendersi a un doloroso rinvio. Rinvio per il quale, però, le federazioni sportive di Canada e Australia hanno deciso di premere con veemenza. Questa mattina i comitati olimpici dei due stati hanno comunicato che non si presenteranno in Giappone qualora i Giochi dovessero svolgersi nelle regolari date dal 24 luglio al 9 agosto. I due annunci hanno fatto rumore. La Polonia ha espresso forti perplessità sull'effettivo mantenimento del calendario originale, lamentando l'impreparazione dei suoi atleti, mentre vere e proprie esortazioni al rinvio dei Giochi sono arrivate dai comitati olimpici di Spagna, Brasile, Norvegia e Olanda. Nelle ultime ore, anche il presidente di World Athletics Sebastian Coe si è unito al coro di chi chiede il rinvio di Tokyo 2020. «Non possiamo - ha dichiarato in una lettera a Thomas Bach - mantenere questo evento a tutti i costi e non alle spese della sicurezza e della salute degli atleti. Dobbiamo dargli certezze dove possiamo».

I PRECEDENTI STORICI

Mai da Atene 1896 - anno dei primi Giochi olimpici dell'età contemporanea - la rassegna a cinque cerchi è stata rinviata in tempo di pace. Del resto, lo impone la tradizione: fin dall'antica Grecia per tutta la durata delle Olimpiadi si sospendevano guerre, rivalità territoriali e rappresaglie economiche. Vien da sé, quindi, che, negli ultimi 125 anni, la manifestazione non si è disputata soltanto nel 1916, 1940 e 1944. Una curiosità: nel 1940 i Giochi erano stati assegnati alla città di Tokyo. Poi, però, la Seconda Guerra Mondiale ridefinì le priorità di tutti gli Stati. A distanza di 80 anni, proprio il Giappone potrebbe vedersi rovinato il suo sogno olimpico. Chi già parla di maledizione per Tokyo 2020, forse non si sbaglia.

Michela Curcio

[24.3.2020 - 09:46]



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