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a cura della Scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa
in convenzione con l'Ordine Nazionale dei Giornalisti

 
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Europei di calcio

Gli Azzurri volano in semifinale
dove ritroveranno la Spagna


C'è il Ranking e c'è il campo. Il calcio e l'algoritmo. La matematica e il cuore. E poi, certo, signore e signori, ci sono Italia e Belgio. Roberto contro Roberto: due a uno per il marchigiano. Gli uomini del CT spagnolo segnano di rigore con un vigorosissimo tiro dagli undici metri di Romenu Lukaku, campione al quadrato.

L'Italia i rigori non li batte, ma si attacca al campo, alla zolla, alla palla. Di cuore, di sostanza, di sofferenza. Tocco a destra, dribling a sinistra. Cross al centro, scivolata di rimando. Passin, passetto, passaggio. Tiro. Sembra facile, è una sofferenza. Ci vorrebbe disinvoltura, ma vento e tensione rubano la misura.

I Belgi lo sanno? Sì, ma non difendono, loro: giocano e lasciano giocare. Pressano e si aspettano che qualcuno venga a pressare. L'invito è chiaro: palla a terra, pedalare e vinca il migliore. Noi, vorrebbero dire i tifosi venuti da Bruxelles e dintorni. C'è da capire. E giocare.

Comincia Federico Chiesa un minuto dopo la mezz'ora del primo tempo: asseconda il movimento di due difensori che gli vengono incontro, scarta di lato ad evitare un pestone, gira palla e caviglia, forse non in quest'ordine e serve un compagno che accorre dalle retrovie. Il prescelto dalla fortuna si chiama Niccolò Barella, operaio del centrocampo non privo di talento. Il calciatore controlla con lo sguardo il cross, stringe le spalle tra il penultimo uomo della retroguardia belga e l'ultimo, il portiere. Un istante. Un tocco di piede. E la sfera gonfia la rete.

Gli Azzurri in vantaggio sono entusiasmo in potenza. Così, poco più di dieci minuti dopo, un tale si presenta al vertice sinistro dell'aria di rigore. La zolla è sua, la posizione pure. Bisogna solo afferrare il coraggio a due mani e rivendicare il copyright, il diritto d'autore: dire chiaro e tondo, questo gol è mio. L'uomo, allora, ci pensa, si accentra, si scansa e batte di destro, potente, leggero e preciso. Ne viene fuori una parabola a giro che sembra dire: prova a prendermi, Monsieur Courtois. E Monsieur Courtois ci sbraccia, si lancia, prova, ma non la prende.

E il tale di cui sopra? Insigne Lorenzo da Napoli. Professione: prestigiatore. E' ancora Italia. E' due a zero. Qualcuno lo dica all'Algoritmo.

Il rigore chiude il primo tempo. Nella ripresa il Belgio ci prova, la Nazionale stringe i denti. Kevin De Bruyne disegna, Leonardo Bonucci rattoppa. Chiesa svaria, Hazard stecca. Ci si mette anche la sfortuna, che colpisce Spinazzola a tradimento con un manrovescio dei suoi, che costano lacrime a un calciatore e un dispiacere alla squadra.

Il tabellino non si aggiorna più. Italia Belgio 2-1. Ranking e Algoritmo, invece, dovrebbero, ma sia lodato chi sappia metterci le mani fuori tempo utile. Già, perché, Ranking o no, in semifinale volano gli Azzurri. A Wembley, di nuovo. Dove troveranno la Spagna, di nuovo.

Perché, vedete, a volte ritornano. Nessuno si spaventi, però. Piuttosto, chiuda gli occhi e provi a sognare. In fondo, è solo calcio. O forse no.

Stefano Ciccarelli

[3.7.2021 - 09:45]



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