Media e terrorismi. L'impatto della comunicazione e delle reti digitali sull'insicurezza percepita
Responsabile: prof. Antonello Petrillo
Data inizio: 2017
Data fine: 2020
L'emergenza del terrorismo nelle società globalizzate sollecita un
rinnovato impegno delle scienze sociali e politiche, e risponde per questo alla
necessità deontologica di un programma di "rilevante interesse nazionale". Ecco
perché gruppi di ricerca di Dipartimenti e Università diversi, distribuiti sul
territorio, si sono ritrovati quasi per impulso comune a ritenere centrale lo
studio del terrorismo e la sua declinazione contemporanea, caratterizzata da una
compenetrazione con i media democratici e con i loro rituali comunicativi. Lo
studio si concentra però anche sulle fonti dell'informazione e
sull'enfatizzazione prodotta sui pubblici. Al centro dell'indagine c'è dunque
"l'ipertensione comunicativa" che si traduce in una diffusione sociale
generalizzata dell'incertezza e della paura, senza escludere la preoccupazione
che - a fronte di continue emergenze della percezione - si faccia strada il
timore di una débâcle del sistema normativo, istituzionale ed economico delle
democrazie.
Occorre riflettere attentamente sul nuovo contesto comunicativo/sociale
condizionato dal marketing del terrorismo e dall'appello a impossibili risposte
securitarie, che di norma producono l'effetto di aumentare l'ansia collettiva.
Questo stato di cose finisce per attaccare la razionalità individuale e
ridimensionare i livelli già profondamente stressati di risposta e
partecipazione civile. Ogni volta che si alzano i decibel della comunicazione
sull'emergenza si produce ulteriore disagio sociale, soprattutto a carico dei
soggetti che per età e cultura sono più vulnerabili alla comunicazione di crisi.
Il dibattito su vecchi e nuovi terrorismi si è evoluto in parallelo con le
trasformazioni che hanno investito la media logic, con specifico riferimento
allo sviluppo dei social media e alle possibilità offerte dalla rete in termini
di reclutamento e proselitismo (dai lupi solitari ai foreign fighters), di
selfpromotion/branding e di circolazione/diffusione di mitologie.
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