Con questo 'Tizio' non voglio parlare: ingiuria nei confronti dell'avvocato interrogante
La Suprema Corte di Cassazione ha ammesso che il comportamento della parte, sottoposta ad interrogatorio, la quale risponda con espressioni offensive alle domande dell'avvocato costituisca reato di ingiuria. La Corte inoltre ha ribadito che per il reato di ingiuria non è richiesto l'"animus iniurandi" ovvero l'effettiva intenzione di offendere ma è sufficiente il dolo generico e persino nella forma del dolo eventuale: la parte deve consapevolmente utilizzare espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive.
n° 926 - giovedì 3 ottobre 2013
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3.10.2024
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