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Memento mori, caro vicino

Vicinitas est mater discordiarum. Lo sanno bene anche i giudici della Corte di Cassazione chiamati a pronunciarsi sul caso di una lite tra condomini, sfociata nell'augurio, fatto dal litigante più giovane a quello più anziano, ad una vita breve. Gli "Ermellini", con sentenza n. 15646/2016, hanno riconosciuto che augurare la morte non necessariamente integra il reato di minaccia, in quanto oltre al contesto e alle qualità personali dei soggetti coinvolti, bisogna verificare la reale valenza diffamatoria. Inoltre, affinché si configuri il reato di minaccia, è necessario che l'autore prospetti un male ingiusto conseguenza del suo agire. Nel caso di specie, si era trattato di un semplice, sia pure spiacevole, augurio.

n° 1373 - giovedì 5 maggio 2016
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tag Corte di Cassazione | Reato | Minaccia | Condominio



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