La Cassazione definisce le criptovalute
Con sentenza n. 28607 del 2 ottobre 2020, la II sezione penale della Suprema
Corte di Cassazione è intervenuta in tema di regolamentazione delle criptovalute,
definendole "strumenti finanziari". Esse, infatti, devono essere considerate
prodotti di investimento, non mezzi di pagamento, e, di conseguenza, non sono
sottratte alla normativa in materia di strumenti finanziari. Nel caso di specie
l'ordinanza impugnata (confermata, sul punto, dalla decisione della Cassazione)
sottolineava che la vendita di bitcoin veniva reclamizzata come una vera e
propria proposta di investimento, tanto che sul sito ove veniva pubblicizzata si
davano informazioni idonee a mettere i risparmiatori in grado di valutare se
aderire o meno all'iniziativa, affermando che "chi ha scommesso in bitcoin in
due anni ha guadagnato più del 97%".
I giudici di legittimità hanno, quindi, chiarito che, nel caso in cui le
criptovalute siano vendute da un privato privo delle dovute autorizzazioni,
questi risponderà del reato di intermediazione finanziaria abusiva.
n° 1722 - giovedì 5 novembre 2020
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tag Corte di Cassazione | Criptovalute | Intermediazione finanziaria | Strumenti finanziari
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