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Collega spione e molesto, interviene la Corte

Pronunciare frasi ingiuriose nei confronti delle colleghe di lavoro, arrivando a molestare una di esse, giustifica il licenziamento irrogato nei confronti del lavoratore da parte del suo datore. Tra le varie azioni contestate al lavoratore, vi era stato un accesso abusivo sul conto corrente del marito di una collega di lavoro. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25977/2020, ha chiarito che questi comportamenti, oltre a violare gli obblighi contrattuali in capo ai lavoratori, minano quel necessario rapporto di fiducia che deve sussistere tra lavoratori e datore di lavoro. Per tale ragione il licenziamento era da ritenersi legittimo.

n° 1737 - giovedì 26 novembre 2020
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tag Corte di Cassazione | Lavoratore | Diritto del lavoro | Licenziamento | Giusta causa | Datore di lavoro | Rapporto di lavoro



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