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La Corte a difesa dell'avvocato diffamato

Appellare l'avvocato di un familiare con l'epiteto "stupido" integra il reato di diffamazione. È questa la conclusione alla quale giunge la Corte di Cassazione con la sentenza n. 24218/2021, negando che l'appellativo utilizzato nei confronti del legale siano state un semplice esercizio del diritto di critica. Gli Ermellini hanno chiarito che, affinché ricorra il delitto di diffamazione, è sufficiente che l'agente comunichi con almeno due persone ovvero con una sola persona ma con modalità tali che detta notizia venga sicuramente a conoscenza di altri, e che siano utilizzate parole o espressioni che siano socialmente interpretabili come offensive.

n° 1830 - giovedì 1 luglio 2021
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tag Corte di Cassazione | Avvocato | Reato | Diffamazione



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