Responsabilità medica: la Cassazione torna a parlare della "medicina d'urgenza"
È colpevole di omicidio colposo il medico di pronto soccorso che ha cagionato la morte di un paziente per non aver disposto indagini diagnostiche idonee ad effettuare la diagnosi differenziale e si è limitato a fare un esame superficiale. Lo ha sancito la Cassazione nella sentenza del 13 dicembre 2021, n. 45602. Il medico d'urgenza, infatti, deve individuare gli esami idonei alla situazione specifica correlata alla specializzazione d'urgenza. La Cassazione ha, altresì, affermato che non è esigibile dal medico di PS una competenza diagnostica di livello pari a quella di tutte le altre specializzazioni medico-chirurgiche delle quali si deve occupare trasversalmente nell'intervenire su casi acuti. Il medico che si trova di fronte alla possibilità di diagnosi differenziale non deve accontentarsi del raggiunto convincimento di aver individuato la patologia esistente quando non sia in grado, in base alle conoscenze dell'arte medica da lui esigibili, di escludere patologie alternative, proseguendo gli accertamenti diagnostici e i trattamenti medico-chirurgici necessari.
n° 1859 - giovedì 23 dicembre 2021
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