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No alla reclusione durante la procedura di rimpatrio

Il carcere inflitto all'immigrato irregolare, durante la procedura di rimpatrio, è in contrasto con il diritto comunitario a meno che l'allontanamento non rischi di essere compromesso. Con la sentenza C-329 la Corte di Lussemburgo ha chiarito che la custodia in carcere per lo straniero che non rispetta l'ordine di allontanamento deve essere considerata un'estrema ratio e non può essere la regola. Dunque il trattenimento in carcere diventa possibile solo quando tutte le misure meno coercitive (obbligo di partenza volontaria e allontanamento coattivo alla frontiera) si sono dimostrate inefficaci ed esiste il rischio concreto di compromettere l'allontanamento dello straniero irregolare, per il pericolo di fuga o perché il cittadino del paese terzo ostacola il rimpatrio.

n° 518 - giovedì 8 dicembre 2011
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tag Immigrazione irregolare | Rimpatrio | Reclusione | Corte di Giustizia | Diritto UE | Diritto internazionale | Stranieri | Unione Europea



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