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Intese con buddisti e induisti: il legislatore alla prova del pluralismo religioso

Il 17 gennaio 2013 sono state ufficialmente pubblicate due intese, legge n. 245 e 246 del 2012, sulla Gazzetta Ufficiale. La legislatura ha così completato l'iter di un lungo dialogo con due confessioni religiose, estranee all'area culturale giudaico-cristiana e distanti dal sistema di vita occidentale. Richiamandosi ai principi di libertà religiosa sanciti dalla Costituzione, infatti la commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato in via definitiva due nuove discipline normative, in materia di tutela dei culti, con i buddisti e gli induisti. Il legislatore riconosce il diritto all'assistenza spirituale da parte dei ministri di culto, garantendone l'accesso agli istituti ospedalieri, case di cura o di riposo, nonché agli istituti penitenziari; legittima il diritto all'obiezione di coscienza per motivi spirituali, ove venisse ripristinato il servizio di leva obbligatorio; prevede la possibilità di integrare l'offerta formativa scolastica con attività facoltative finalizzate allo studio del fatto religioso e delle sue implicazioni, nonché il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado e istituti di educazione; infine, ammette tali confessioni a concorrere alla ripartizione della quota pari all'otto per mille dell'IRPEF.

n° 785 - giovedì 31 gennaio 2013
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tag Religione | Intese | Norme | Costituzione | Diritti fondamentali | Libertà



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