Il redditometro viola la privacy
Il Tribunale di Napoli, nell'ordinanza del 21 febbraio 2013, ha ritenuto il redditometro invasivo della privacy e penalizzante per i contribuenti delle aree più disagiate. Il giudice, in via cautelare, ha ordinato alla Agenzia delle entrate, ai fini della corretta applicazione del redditometro, di non intraprendere alcuna ricognizione, archiviazione o attività di conoscenza dei redditi, di cessare quella già iniziata, e di comunicare formalmente al ricorrente l'attività di raccolta dati intrapresa nei suoi confronti. Ciò in virtù del principio di proporzionalità, che vieta alla PA di sacrificare la sfera giuridica dei privati più di quanto sia strettamente necessario per il raggiungimento dell'interesse generale in concreto perseguito.
n° 814 - giovedì 28 febbraio 2013
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