Italy for Iraq 2008
Ciclo di seminari sull'ordinamento italiano in prospettiva comparata
Ministero degli Affari Esteri e Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
Nassyria, Iraq
Maggio-Ottobre 2008
La Facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola ha varato un progetto di Institution building che prevede interventi di formazione e scambi culturali rivolti alla diffusione nei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente di conoscenze sugli ordinamenti occidentali, in vista degli obiettivi di ricostruzione del tessuto socio-economico e delle capacità amministrative, nonché alla promozione di progetti in materia di diritti umani e stato di diritto.
Il progetto è originale perché è incentrato su informazione e formazione, confronto e comparazione, scambi di esperienze, e coinvolge i diversi ambiti del diritto e, dunque, prevede l'impegno non solo delle aree internazionalistiche, ma di tutti i settori del diritto in cui si articola la Facoltà di Giurisprudenza.
Ciò che importa è la considerazione delle istituzioni nei diversi ambiti: dal diritto privato e commerciale al diritto costituzionale, dal diritto amministrativo e tributario al diritto penale, dall'assetto delle amministrazioni pubbliche a quello della giustizia e alle sue procedure, dalle relazioni internazionali alla tutela dei diritti sociali e delle libertà fondamentali. Nella consapevolezza che, in definitiva, i saperi coinvolti nella formazione universitaria sono quelli che danno sostanza alle istituzioni di una società.
Italy for Iraq 2008
ciclo di seminari sull'ordinamento italiano in
prospettiva comparata
La prima iniziativa è consistita in un programma di formazione nel quadro di un accordo con il Ministero degli Affari esteri e l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa dell'aprile 2008, volto al conseguimento di più precise cognizioni quanto a storia, teorie e tecniche di un ordinamento occidentale.
L'iniziativa si è svolta a Nassyria, Iraq, tra maggio e ottobre 2008, con sette seminari rivolti a rappresentanti delle istituzioni, delle università, del mondo del diritto e dei mass media iracheni.
I temi del ciclo sono stati: Rule of Law; Libertà religiosa e culti; Donna e famiglia; Beni culturali e gestione del territorio; Federalismo; Libertà di informazione, Scuola e Università; Lavoro.
Alle lezioni si è alternata la proiezione di un film attinente agli argomenti trattati, poi commentato.
I testi e i risultati del ciclo di seminari saranno pubblicati nella collana della Facoltà "Iurisprudentia".
ciclo di seminari di formazione
Italy for Iraq 2008
Obiettivo: Il corso è finalizzato ad offrire una panoramica delle principali tematiche del funzionamento di uno Stato costituzionale, con particolare riferimento all'esperienza italiana, inquadrata nell'ambito del diritto comparato e di quello europeo, anche alla luce della evoluzione giurisprudenziale delle Corti di Strasburgo e Lussemburgo. Saranno trattati sia profili più propriamente organizzativi, che temi attinenti ai diritti e libertà, soffermandosi su quelli di particolare rilievo per la ricostruzione dello Stato e del tessuto della società civile, attraverso il rafforzamento della cultura della legalità.
1) Rule of law
1. Costituzione e principio di legalità. - 2. Separazione dei poteri. - 3
Diritti e libertà: limitazioni e garanzie.
Film: Porte aperte, G. Amelio, Italia, 1990
2) Libertà religiosa e culti
1. Libertà di coscienza e religiosa. - 2. Il principio di laicità. - 3.
Relazioni tra Stato e confessioni religiose.
Film: In memoria di me, S. Costanzo, Italia, 2007
3) Donna e famiglia
1. Principio di uguaglianza e non discriminazione. -2. La nozione evolutiva di
famiglia. - 3. La tutela dei minori e rapporti di filiazione.
Film: Indovina chi viene a cena, S. Kramer, USA, 1967
4) Beni culturali e gestione del territorio
1. Il diritto di proprietà. - 2. Cultura e beni culturali. - 3. Ambiente e
territorio.
Film: 1) Erin Brockovich di S.Soderbergh (2000); 2) Le mani sulla città (It)
5) Federalismo
1. Federalismo e regionalismo. - 2. Federalismo e diritti. - 3. Federalismo
fiscale, perequazione, principio di uguaglianza.
Film: Il vento che accarezza l'erba, K. Loach, UK, 2006
6) Libertà di informazione, scuola e Università
1. Libertà di informazione. - 2. Educazione alla democrazia. - 3. Università e
ricerca.
Film: Tutti gli uomini del Presidente, A.J. Papula, USA, 1976
7) Lavoro
1. I diritti sociali e il diritto di sciopero. - 2. La disciplina delle
relazioni di lavoro. - 3. La tutela dei diritti dei lavoratori.
Film: Riff Raff, K. Loach, UK, 1991
partenza per l'Iraq il sabato | ritorno a Roma il sabato | tema delle lezioni | film | |
---|---|---|---|---|
Maggio Giugno | 31 maggio | 7 giugno | Rule of Law | Porte aperte, G. Amelio, Italia, 1990 |
7 giugno | 14 giungo | Libertà religiosa e culti | In memoria di me, S. Costanzo, Italia, 2007 | |
14 giugno | 21 giugno | Donna e famiglia | Indovina chi viene a cena, S. Kramer, USA, 1967 | |
Settembre | 13 settembre | 20 settembre | Beni culturali e gestione del territorio | Le mani sulla città, F. Rosi, Italia, 1963 |
20 settembre | 26 settembre | Federalismo | Il vento che accarezza l'erba, K. Loach, UK, 2006 | |
Settembre Ottobre | 27 settembre | 4 ottobre | Libertà di informazione, Scuola e Università | Tutti gli uomini del Presidente, A.J. Papula, USA, 1976 |
4 ottobre | 11 ottobre | Lavoro | Riff Raff, K. Loach, UK, 1991 |
i docenti
prof. Franco Amarelli, Università di Napoli Federico II
prof.ssa Gisella Bassanelli, Università di Bologna
prof. Francesco De Sanctis, Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa
prof. Franco Fichera, Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, Preside della
Facoltà di Giurisprudenza
prof.ssa Vittoria Fiorelli, Università di Napoli Suor Orsola Benincasa
prof. Tommaso Frosini, Università di Napoli Suor Orsola Benincasa
avv. Giuseppe Galgano, foro di Napoli
prof.ssa Tania Groppi, Università di Siena, Università Suor Orsola Benincasa
prof.ssa Evelyn Hoebenreich, Università di Graz
prof. Roberto Migliorini, Università del Laterano
dott. Angelo Puglisi, Università di Napoli Federico II
prof. Mario Rusciano, Università di Napoli Federico II
avv. Giuseppe Sommariva, foro di Bologna
prof. Valerio Tozzi, Università di Salerno
institution building
L'espressione institution building ricorre spesso nei documenti di varie
organizzazioni internazionali - basti citare l'Organizzazione delle Nazioni
Unite, l'OSCE, la Commissione di Venezia - per indicare attività volte a guidare
la costituzione, o la ricostruzione, delle istituzioni democratiche in paesi in
via di sviluppo.
In nessuno dei documenti delle organizzazioni richiamate, tuttavia, è dato
rinvenire una definizione di institution building, né appare possibile
delimitarne il contenuto facendo ricorso a categorie esclusivamente giuridiche.
In tale più ampio contesto, la stessa nozione di institution finisce per
assumere un significato più vasto di quello che le è proprio nelle discipline
giuridiche.
capacity developement e institution building
Sul piano della scienza politica, l'institution building costituisce un
aspetto dei processi di capacity developement.
Per capacity developement si intende un «processo attraverso il quale individui,
organizzazioni e società ottengono, rafforzano e conservano le capacità di
stabilire e raggiungere i propri obiettivi di sviluppo». Si tratta di un
processo complesso, che prevede, tra l'altro, una fase di elaborazione di una
capacity development response: in tale fase si collocano le riforme
istituzionali, ma anche i programmi di formazione e istruzione.
Il processo di capacity developement è stato definito "endogeno", sulla base
della considerazione che le capacitites, già esistenti nei paesi in via di
sviluppo, devono essere sviluppate ma non importate: di conseguenza, solo
home-grown policies, basate sulle capacità locali, sono sostenibili e
potenzialmente efficaci; inoltre, non esiste un one-size-fits-all economic
model, ma i modelli di sviluppo devono essere elaborati caso per caso, in
relazione alle caratteristiche e alle peculiarità dei paesi ai quali sono
rivolti.
il Pittsburgh model
Gli scienziati della politica hanno definito l'institution building come una
«strategia di cambiamento sociale realizzata attraverso l'introduzione di nuove
organizzazioni e istituzioni all'interno di una società, o dalla re-istituzione
di organizzazioni e istituzioni esistenti».
Milton Esman, attraverso l'elaborazione del c.d. Pittsburgh model, ne è stato il
principale teorizzatore: secondo l'autore, l'institution building è
«l'istituzione di nuove organizzazioni per gli scopi che, a giudizio dei
soggetti che detengono il potere, richiedono autonomi interventi amministrativi
e specifici collegamenti (linkages) con un più ampio sistema sociale, diversi da
quelli che possono essere forniti dalle unità amministrative già esistenti».
Il modello generale di institution building elaborato da Esman si compone di due
gruppi di fattori, denominati variables e linkages. Le variables sono fattori
interni che riguardano l'efficienza dell'organizzazione: leadership, dottrina,
programma, risorse e struttura interna; i linkages riguardano i rapporti
dell'organizzazione con il suo ambiente e sono di quattro tipi: "enabling", "functional",
"normative" e "diffuse". Gli enabling linkages forniscono all'organizzazione
risorse come denaro, personale e autorità giuridica; i functional linkages
indicano le relazioni con le altre organizzazioni che forniscono gli inputs
necessari o consumano gli outputs; i normative linkages sono i rapporti con gli
altri organi che condividono interessi negli obiettivi o nei metodi della nuova
istituzione; i diffuse linkages sono le relazioni con individui non aggregati o
soggetti pubblici capaci di sostenere o di opporsi all'organizzazione.
Il modello si fonda su vari assunti, tra i quali, in primo luogo, il principio
della systems theory, secondo il quale la formazione di un sistema più complesso
è dipendente da un sottosistema capace di sostenerlo. Inoltre, l'institution
building è un processo di cambiamento democratico piuttosto che coercitivo.
Esso svolge una "funzione innovativa" - l'introduzione di nuovi valori, norme,
comportamenti e tecnologie attraverso organizzazioni nuove o ricostruite - e una
"funzione integrativa" - che si realizza quando l'organizzazione e i cambiamenti
introdotti sono accettati nella società più ampia nella quale si inseriscono.
Proprio in considerazione della funzione integrativa del processo di institution
building, è necessario che lo stesso non comporti un eccessivo "disturbo
sociale" (societal dislocation): occorre cioè garantire la corrispondenza tra il
cambiamento sociale pianificato e l'ambiente esistente.
institution building e democrazia nell'Unione europea
Sul piano politico, un'applicazione della dottrina, appena descritta, dell'institution
building può essere individuata nei piani di sostegno alla democrazia posti in
essere negli ultimi anni dall'Unione europea.
Risale, infatti, al 2005 l'istituzione, a Bruxelles, dell'European Foundation
for Democracy, un gruppo di esperti provenienti dall'Europa, dal Nord America e
dal Medio-Oriente, che, attraverso la cooperazione con le istituzioni europee,
la società civile e gli individui, sostengono la diffusione della democrazia e
della libertà nel mondo: a tal fine, intendono promuovere la tutela dei diritti
umani, della libertà di coscienza, della libertà individuale e del pluralismo.
L'istituzione della fondazione si inserisce nell'ambito delle attività che le
istituzioni comunitarie svolgono a favore del rafforzamento della democrazia,
tra i quali il programma di European Neighbourhood Policy - avviato a seguito
dell'allargamento del 2004, allo scopo di favorire la stabilità nei paesi
dell'Europa dell'Est, attraverso la sottoscrizione di accordi bilaterali - e lo
European Instrument for Democracy and Human Rights, del 2006, che costituisce lo
strumento finanziario attraverso il quale l'Unione europea fornisce assistenza
complementare per la promozione della democrazia e dei diritti umani per il
periodo 2007-2013.
Ma le attività di promozione della democrazia dell'Unione europea hanno
conosciuto notevoli sviluppi proprio negli ultimi giorni: il 15 aprile, infatti,
il presidente della Commissione europea Barroso e l'ex presidente del Mozambico
Chissano hanno presentato la nuova European Foundation for Democracy through
Partnership (EFDP), con sede a Bruxelles, istituita sulla base della premessa
secondo la quale «la democrazia non può essere esportata», ma «è necessario che
sia sostenuta in tutto il mondo». Si tratta di un'organizzazione europea
indipendente, che ha lo scopo di contribuire all'avanzamento e al rafforzamento
della democrazia oltre i confini dell'Unione europea, completando i programmi di
assistenza alla democrazia già esistenti. È costituita da circa 15
organizzazioni (civil society organisations) che si occupano di assistenza alla
democrazia e svolgerà tre funzioni principali: diffusione e condivisione di
conoscenze e esperienze; attività di pressione allo scopo di contribuire a
delineare un approccio comune dell'Unione europea nell'assistenza alla
democrazia; incrementare le risorse finanziarie già esistenti, per avere fondi
disponibili nei casi in cui si rendano possibili riforme o quando le istituzioni
democratiche siano minacciate. Le aree di azione della fondazione riguarderanno
i c.d. hard case countries (Cuba, Burma, Zimbawe), caratterizzati da un alto
livello di corruzione, le democrazie "fragile" in uno stadio iniziale di
transizione (come la Georgia nel 2003/2004), i paesi nei quali si stanno
svolgendo o si sono appena conclusi conflitti (come la Somalia) e, infine,
democrazie in fase di consolidamento che stanno attraversando nuove fasi di
transizione (Bolivia, Equador, Kenya).
l'institution building e il Consiglio d'Europa
Sul piano più strettamente giuridico, il Consiglio d'Europa, e la Commissione
di Venezia in particolare, svolgono attività di collaborazione per la
costituzione delle istituzioni negli Stati di recente democratizzazione o il
loro rafforzamento nei paesi con una più lunga tradizione democratica.
In effetti, la stessa istituzione, nel 1990, della Commissione di Venezia
rispondeva, da una parte, all'esigenza di dare urgente assistenza ai paesi
recentemente liberati dai regimi totalitari, creando le infrastrutture politiche
e giuridiche necessarie alla realizzazione della democrazia pluralista, dei
diritti umani e della rule of law e, dall'altra, all'obiettivo di rafforzare le
istituzioni democratiche già esistenti (v. CSCE Seminar of Experts on Democratic
Institution, Oslo, 4-15 November 1991).
Il ruolo della Commissione di Venezia nel rafforzamento della democrazia si è
inoltre progressivamente ampliato nel corso degli anni, anche in attuazione
delle raccomandazioni dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
In particolare, con la raccomandazione n. 1629 (2003) sul futuro della
democrazia (Strengthening Democratic Institutions), l'Assemblea parlamentare ha
sollecitato lo sviluppo di standards democratici, l'assistenza nella loro
attuazione e la verifica del loro rispetto da parte degli Stati membri, oltre
che la definizione di programmi precisi ed adeguati e l'allocazione di
sufficienti risorse nelle aree dell'educazione alla cittadinanza democratica,
della formazione di giovani leaders democratici e dei media.
Emerge con tutta evidenza come il rafforzamento della democrazia, secondo
l'orientamento del Consiglio d'Europa, non sia garantito esclusivamente dalla
mera esistenza delle istituzioni classiche dello Stato costituzionale di
diritto, ma richieda anche, e soprattutto, il loro concreto inserimento in un
più ampio contesto che favorisca, sul piano sostanziale, lo sviluppo di una
cultura democratica. È necessario cioè sostenere la diffusione di una cultura
nella quale la democrazia sia considerata la maggiore garanzia per il rispetto
della dignità umana, ne siano resi noti vantaggi e utilità e sia dimostrata la
sua superiorità su altri sistemi, escludendo tutte le altre alternative. A tal
fine è fondamentale lo svolgimento di programmi di educazione alla democrazia:
tale esigenza è inderogabile allo scopo di evitare il rischio della dislocation
- la mancata corrispondenza tra le istituzioni e l'ambiente nel quale esse
insistono - che gli scienziati della politica paventano.
L'educazione alla cultura democratica è utile nelle democrazie consolidate, dove
tuttavia, talvolta, l'anacronismo delle istituzioni democratiche e la mancanza
di fiducia nei confronti della classe politica comportano la delegittimazione e
l'indebolimento delle sedi classiche di espressione del potere statale, ma è
urgente nelle nuove democrazie, nelle quali la trasformazione della società non
si è ancora completamente realizzata.
Infine, la diffusione di una cultura della democrazia, necessaria per
l'effettivo consolidamento delle istituzioni, non può realizzarsi pienamente se
non a seguito di una proficua cooperazione tra il mondo accademico e il mondo
politico, attraverso l'apertura di spazi di discussione sui limiti delle
istituzioni e sulle riforme necessarie per il loro superamento nelle democrazie
consolidate, oltre che sugli interventi necessari per l'institution building nei
paesi che in questi anni affrontano processi di transizione sociale e politica.
nota a cura di
Tania Groppi
Maria Dicosola
XHTML 1.0 | CSS 3 | Conforme alle linee guida per l'accessibilità ai contenuti del Web - livello tripla A
© 2004/24 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli | Crediti